Alessandro Parini
da Torino
Nervi scoperti. Tra i due più alti della squadra. E i più litigiosi, anche. Due che non le hanno mai mandate a dire, né ai compagni né tanto meno agli avversari. Due antipatici, per essere chiari. Almeno in campo. Due che, pur giocando la partitella del giovedì nella stessa squadra, sono riusciti a litigare e a creare un altro caso in casa Juve. Zlatan Ibrahimovic e Patrick Vieira, intorno alle 12 di ieri, indossavano entrambi la pettorina rossa e stavano sfidando i compagni vestiti di blu da circa mezz'ora: lo svedese aveva addirittura segnato un gol, evento più unico che raro. A un certo punto, dopo che il francese non aveva assecondato il compagno in un'azione, sono cominciate a volare parole grosse. Vieira, che in quanto a temperamento non ha nulla da imparare da nessuno, si è avvicinato a Ibra: i due hanno cominciato a guardarsi in cagnesco e a dirsi qualcosa di non troppo gentile.
Immediatamente sono intervenuti Capello - che mercoledì si era preso lo svedese sotto braccio e gli aveva parlato per cinque abbondanti minuti, con l'evidente intento di trasmettergli fiducia in vista della volata finale del campionato -, il preparatore atletico Massimo Neri e alcuni compagni, Pessotto e Giannichedda in testa: qualche invito, anche piuttosto energico, a piantarla lì e dopo pochi istanti il gioco è ripreso senza che l'allenatore adottasse alcun provvedimento nei confronti dei due giocatori.
Cattivo segnale oppure no? Come al solito, dipende da che lato si guardano le cose. Di sicuro, qualche nervosismo di troppo alberga in casa Juve da un po' di tempo. Altrettanto onestamente, va però detto che la lite di ieri certifica quanto meno la volontà di lavorare al meglio e di non lasciare nulla di intentato per portare a casa lo scudetto. Resta il fatto che, dopo la sfuriata di Capello della settimana passata («se dobbiamo continuare ad allenarci in questo modo, è meglio che andiamo tutti a casa»), ieri è andata in scena un'altra puntata di un finale di stagione che si sta rivelando più difficile del previsto. La Juve, con il Milan a meno tre e adesso anche fuori dalla Champions, non potrà tagliare il traguardo con il motore in folle: servono carburante e nervi saldi, gli stessi che ieri sono saltati a due tra i giocatori dal temperamento più caldo. Non a caso, due di quelli messi maggiormente sotto accusa da critica e tifosi: Vieira perché solo a inizio stagione si è espresso ai suoi livelli, Ibrahimovic perché non ha ripetuto la stagione passata (per rimanere ai freddi numeri: non segna dal 18 febbraio, in campionato ha battuto i portieri avversari solo sei volte) e perché in lui viene identificato il rivale numero uno di Alessandro Del Piero, uno che da queste parti è sempre più che amato. Ieri, tra l'altro, lo svedese e il capitano hanno fatto coppia: difficilmente però, a Siena, Capello rinuncerà a Trezeguet, che anche contro la Lazio ha confermato il suo solito cinismo sotto porta. Visti i tempi che corrono, uno come il francese fa comodo eccome, anche se Del Piero ha nel Siena una della sue vittime preferite avendo segnato alla formazione toscana la bellezza di otto gol in una manciata di partite.
Piuttosto, i dilemmi dell'allenatore dovrebbero o potrebbero riguardare altri settori del campo: in difesa Capello sembrerebbe orientato a ripresentare Zebina, inguardabile negli ultimi tempi ma (chissà perché) coccolato oltremodo a scapito di un Balzaretti in ottima condizione fisica. Ci saranno poi da valutare le condizioni di Emerson e Cannavaro che in settimana non hanno ancora calciato un pallone: senza trovare così il modo di litigare con un compagno di squadra.
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