La Juve: «Niente causa con la B senza penalità»

Il numero uno bianconero: vogliamo tornare vincenti e simpatici. No alla svendita dei nostri giocatori

Alessandro Parini

da Acqui Terme

Prova a mostrarsi sorridente, il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli. Venerdì sera, appena dopo la lettura della sentenza che spediva la Signora in serie B con una penalizzazione di 30 punti, si era detto «incazzato» proprio fuori dalla sede. «Oggi (ieri, ndr) uso toni più morbidi, pur se resta il nervosismo. Restiamo convinti di poter far valere le nostre ragioni in appello: i nostri avvocati stanno lavorando e motivando il ricorso, la fiducia non manca».
Si toglie subito la giacca, Cobolli Gigli, nel giorno del raduno ad Acqui Terme di quello che è solo un abbozzo di Juventus: «Torneremo grandi e saremo più simpatici a tutti», butta lì. In attesa che questo accada, bisogna però affrontare un presente che spaventerebbe il più spericolato dei dirigenti. Calma e sangue freddo è invece il messaggio lanciato dal numero uno bianconero: «Io credo ancora che la Juve abbia tutto il diritto di giocare in serie A. Lette le motivazioni della sentenza, mi pare ci venga imputata soprattutto la violazione dell’articolo 1 (quello che fa riferimento alla probità e alla lealtà sportiva, ndr) e non dell’articolo 6 (illecito ndr). Per questo, ritengo che i trenta punti di penalizzazione in serie B siano eccessivi». Tanto per chiarire: la violazione dell’articolo 1 è quella che ha permesso al Milan di evitare la retrocessione in serie B, «quindi non vedo perché noi si debba finire così in basso. Se anche avessimo violato più volte l’articolo 1, non dovremmo essere spediti in una categoria inferiore». Nessun biasimo per l’avvocato Cesare Zaccone, colui il quale ha indicato a Ruperto che la Juve avrebbe ritenuto congrua una retrocessione in B con penalizzazione: «Assolutamente no. L’intento del nostro legale era quello di parificare la nostra posizione con quella delle altre società, non quello di farci sprofondare. Ripeto: abbiamo fiducia che le cose possano migliorare in appello». Per quanto riguarda l’eventuale ricorso al Tar «per il momento non dico né sì né no - dice Cobolli Gigli -. Per come conosco io la questione, il regolamento di Lega è un patto tra privati che esclude la giustizia ordinaria: non escludo però che si possa provare a percorrere anche quella strada per tutelare fino in fondo la nostra società». Poi, la rivelazione di quello che potrebbe essere accettato come un verdetto giusto: «Per come si è messa la faccenda, una serie B senza penalizzazione l’accetteremmo quasi con piacere e a quel punto mi sentirei di escludere anche il ricorso al Tar».
Su una cosa, invece, sia lui che l’amministratore delegato Jean Claude Blanc sono chiarissimi: «Non svenderemo nessuno, il prezzo dei giocatori è quello fissato dal mercato. Non abbiamo bisogno di fare cassa: il nostro primo intento è quello di costruire una Juve in grado di risalire il prima possibile.

E non esiste neppure pensare che i giocatori possano liberarsi dai contratti licenziandosi dalla società per giusta causa citando magari mancati guadagni: potrebbero farlo nel caso in cui non rispettassimo gli accordi in vigore, ma questo non succederà».

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