Ce l'avete presente l'odore di bruciato? Metaforicamente parlando, per noi juventini è quasi simile all'odore da Chievo. Un odore che, ieri pomeriggio, abbiamo iniziato ad annusare dal momento in cui il grande Pavel - uno che bisognerebbe pregare di restare pure l'anno prossimo, altro che storie - ha segnato il suo secondo gol: da allora in poi l'ombra spettrale di Pellissier ha iniziato a volteggiare nella nostra metà campo, fin quando si è incarnata nel corpo di Castillo che - manco a dirlo, pure lui di testa - ci ha buttato dentro la pera del pari. Un 2-2 del tutto simile al 3-3 di quell'infausta domenica d'inizio aprile, che per noi è stato il vero «giorno del giudizio», quello in cui abbiamo finalmente capito come avremmo finito questa stagione: con «sero tituli». Ormai, a Torino, chiunque si presenta fa risultato. Hai bisogno di punti? Passa dal Comunale e ci pensiamo noi. Siamo meglio di una banca: ti diamo tutto quello che ti serve, senza interessi. Tanto, come aveva detto non più tardi di una settimana fa il nostro «genio» seduto sulla panca: «Quando sono venuto a Torino nessuno mi aveva chiesto di vincere». E infatti la colpa è stata di coloro che Ranieri l'hanno scelto e gli hanno consegnato una squadra in grado, al massimo, di centrare un posto in Champions, e più in là di quello non sa andare.
Quando vedo, come ieri, Buffon scuotere la testa e imprecare mentre se ne esce sconsolato dal campo, penso solo una cosa: a chi ha fregato lui, e anche noi, dicendo che avrebbe ricostruito una Juventus vincente. Quella squadra la stiamo ancora aspettando.La Juve? La stiamo ancora aspettando
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.