La Juventus cambia triade: Agnelli, Marotta e Del Neri

Il dottor Aldo Mazzia, nato il 14 agosto del 1956, direttore Amministrazione e Bilancio di Ifil Investments S.p.A, nominato amministratore del Juventus football club il 5 aprile del 2007, si è dimesso ieri dal consiglio di amministrazione dello stesso club.
Perché? Per lasciare il posto al dottor Andrea Agnelli che è stato cooptato nello stesso ruolo fino alla prossima assemblea degli azionisti. I consiglieri hanno comunque provveduto a nominare Andrea Agnelli come presidente con deleghe sportive. Jean Claude Blanc conserva le altre cariche. In verità il dirigente francese viene affiancato da Giuseppe Marotta che ricoprirà l’incarico di direttore generale. Dunque Blanc, che era la triade riunita in una sola figura, lascia due cariche e prosegue il suo mandato come amministratore delegato.
Accadono cose strane nei consigli societari, burocrazia pura e doverosa. Torna alla mente il comunicato con il quale la Juventus annunciò, a metà degli anni Settanta, l’arrivo di Giovanni Trapattoni: il pensionamento di Ugo Locatelli, responsabile del settore giovanile bianconero, portava lo spostamento di Cestmir Vycpalek a quel ruolo, il posto del boemo, capo degli osservatori, veniva assunto da Carlo Parola che lasciava la guida tecnica della prima squadra a Trapattoni, un effetto domino tipico del palazzo Fiat. Quarant’anni dopo la forma resta la stessa e la sostanza anche. Per il popolo dei tifosi contano i fatti, gli affamati juventini abbisognano di polpa, sognavano un Agnelli, da ieri lo hanno ottenuto. Andrea, figlio di Umberto, ha ribadito la coesione della famiglia e l’impegno per la Società Juventus. Luigi Del Neri ha sottoscritto il contratto ieri pomeriggio (fino al 30 giugno 2012), oggi ci sarà la presentazione ufficiale con il consueto rito, fotografia, strette di mano, promesse di rilancio. Partendo da un settimo posto con tutti gli annessi negativi, non sembra un’impresa titanica. La nuova triade Agnelli-Marotta-Del Neri, con Jean Claude Blanc impegnato in progetti non calcistici, rileva il format improbabile Bettega-Secco. Ha idee chiare e deve fare in fretta per non vedere bruciati, dalla concorrenza feroce, alcuni obiettivi. Sono cinque i punti chiave della ricostruzione: due difensori esterni, uno centrale, una punta, un centrocampista, tenendo presente che, rispetto al passato prossimo, questa non è una Juventus da “accomodare”, reduce da calciopoli, dalla retrocessione, dalla missione etica, ma una squadra da rilanciare definitivamente e una società da difendere ferocemente.

Il lamento dei tifosi è una nota a margine, un asterisco che non può e non deve mutare la politica del club a meno che gli stessi contestatori non decidano di entrare, con tutti gli annessi contabili, a far parte del consiglio di amministrazione. Ma dovranno comunque attendere che qualcuno si dimetta.

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