Chiellini no, Buffon forse. La Juventus si gioca stasera contro il Bayern Monaco il futuro in Champions League senza il suo miglior difensore e con un bel punto interrogativo sull'unico vero fuoriclasse della sua rosa. Sarebbe potuta andar meglio, insomma: invece ieri al difensore è stata riscontrata la distrazione di primo grado del bicipite femorale destro (venti giorni di prognosi), mentre il portiere ha accusato dolore al ginocchio sinistro. Da operare di menisco domani, già si sapeva: era infatti stato lo stesso Buffon, a inizio ottobre, ad ammettere la necessità dell'operazione precisando però che avrebbe voluto arrivare alle sfide con Inter e Bayern Monaco. Ieri però, dopo che Ferrara ne aveva annunciato la convocazione, la Juve ha comunicato sul proprio sito la frattura al menisco del ginocchio del giocatore dichiarandolo «in dubbio»: Buffon ha intenzione di stringere i denti, ma è chiaro che la sua presenza dipenderà dal dolore odierno.
«Giocheremo una vera finale - è la logica ammissione di Ferrara -. Gli aspetti importanti sono infiniti, per la squadra ma anche per la società. Daremo tutto, altrettanto faranno i tedeschi». Impossibile che non sia così. In palio ci sono la qualificazione agli ottavi di Champions League, ma anche tanti soldini: il passaggio del turno porta infatti in dote 2,2 milioni da parte dell'Uefa, cui potrebbero aggiungersene altri 2,5 per il raggiungimento dei quarti e magari 3 per la semifinale: certo non bruscolini. Ferrara, aziendalista convinto, lo sa bene e lo ammette a chiare lettere: poi però è ovvio che chi scende in campo ha in testa l'idea di vincere e basta.
Pareggio o vittoria: la Juve, rinvigorita nello spirito dalla vittoria contro l'Inter, non partirà comunque con l'acqua alla gola. Quella è semmai una sensazione tutta dei tedeschi che - lasciato a casa l'intristito Toni («dell'Italia mi manca tutto, tornerò presto») - dovranno fare a meno di Ribery recuperando però Robben: «Non siamo una squadra che può pensare al pareggio - spiega Ferrara -. Andremo in campo per i tre punti». Il che però non significa Juve all'assalto, così come il Bayern non si getterà lancia in resta: sarà una partita a scacchi, da gustarsi mossa dopo mossa. Il novello Ferrara contro il volpone Van Gaal: chi perderà, andrà incontro a tempi duri. «Se manterremo lo spirito operaio visto contro l'Inter, raggiungeremo quello che tutti desideriamo - è l'augurio di Ferrara -. Il rendimento altalenante di quest'ultimo periodo deve farci capire che la squadra ha grandi campioni, ma che senza la mentalità giusta gli scivoloni sono sempre possibili. Anche in passato, quando giocavo io, c'erano squadre più forti della Juve: noi però avevamo voglia e determinazione che ci permettevano di vincere spesso. Per mantenerci ad altissimi livelli, ci manca un ultimo e ulteriore passo». Alla ricerca della costanza, allora, «con pensieri e stimoli uguali a quelli avuti con l'Inter - dice Del Piero -. Io credo che la squadra sia sufficientemente umile, anche se giocare ogni tre giorni è dispendioso sotto tutti i profili. Questa però, se vogliamo arrivare in fondo, è la sola strada percorribile: soffrire con intelligenza e dare poi sfogo alle qualità dei singoli». Nel cassetto, il sogno che il successo contro l'Inter sia stato la prima perla di una collana che si vorrebbe simile a quella che nella stagione passata vide la Juve vincere sette partite di fila dopo avere battuto il Real Madrid: «Ci speriamo - butta lì il capitano -. Per quanto mi riguarda, devo migliorare in lucidità e sveltezza di movimenti, ma sto bene.
E l'intesa con Diego non potrà che migliorare». Se vincerà il ballottaggio con Camoranesi, Del Piero potrebbe fare coppia con Trezeguet. Legrottaglie sarà il vice Chiellini, mentre di Manninger si spera di avere bisogno da sabato in avanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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