La Juventus del giovane Elkann rinasce da Cobolli Gigli e Tardelli

Alessandro Parini

da Torino

Giovanni Cobolli Gigli è il nuovo presidente della Juventus. Difficilmente i tifosi si strapperanno le vesti dalla contentezza, visto che il nome di questo 61enne manager nato ad Albese Con Cassano (Como) – attuale presidente di Federdistribuzione – non è conosciuto ai più. La Juve però ripartirà da lui, grande tifoso bianconero che assumerà la carica il 29 giugno, ovvero il giorno in cui si riunirà il nuovo Consiglio di Amministrazione. Lo hanno detto ieri a chiare lettere John Elkann e Carlo Sant’Albano, rispettivamente vicepresidente di Fiat Auto e amministratore delegato pro tempore della stessa Juventus. Oltre a Cobolli Gigli, allo stesso Sant’Albano e ai confermati Jean Claude Blanc e Stefano Bertola, il nuovo CdA della Signora sarà composto da Riccardo Montanaro (49 anni, avvocato specializzato in diritto amministrativo), Marzio Saà (66 anni, laureato in Economia, al momento nel CdA di Parmalat), Camillo Vanesio (53 anni, laureato in Economia, amministratore delegato e direttore generale della Banca del Piemonte), l’annunciato Gian Paolo Montali (attuale ct della Nazionale italiana di volley) e Marco Tardelli, l’urlo mundial di Spagna 1982. Con quali compiti arrivino gli ultimi due non è chiaro: si occuperanno della parte sportiva, ovviamente, ma il loro ruolo preciso deve ancora essere definito. Nessuna nuova, invece, per quanto riguarda l’allenatore: «Capello resterà con noi in caso di conferma in serie A – hanno ribadito Elkann e Sant’Albano –. Altrimenti affronteremo la situazione: abbiamo varie opzioni, che teniamo aperte». In ordine sparso, i soliti nomi e i soliti noti: Zaccheroni, Novellino e Donadoni.
Per il resto, nella cornice di Atrium – centro espositivo nel cuore della città, nato in occasione delle Olimpiadi – si sono udite parole durissime nei confronti della Juve che fu: «Voltiamo pagina e apriamo un nuovo capitolo – ha detto Elkann –, affrontando la situazione con serenità per dare stabilità e prospettive alla Juventus. Garantiamo la nostra totale collaborazione a chi deve giudicare i comportamenti riprovevoli di cui si è letto in queste settimane, che hanno rappresentato le pagine più tristi nella storia della Juventus». Moggi e Giraudo non sono mai stati nominati, ma Elkann e Sant’Albano li hanno liquidati senza nemmeno tentare una difesa d’ufficio. La Juve riparte da qui, allora. Con una nuova struttura manageriale e un codice etico che fa dell’onestà e della probità morale le sue linee guida. «Intendiamo ripartire dallo spirito olimpico, con chi ama la Juve e lo sport vero, fatto anche di iniziative benefiche. Il tutto, con il sostegno dei nostri straordinari tifosi. Punteremo sui giovani: sarà una strada lunga e difficile, ma ne varrà la pena». In attesa delle sentenze della giustizia sportiva e del nuovo allenatore può bastare così, anche se mancano il nome del nuovo amministratore (probabilmente Blanc) e quello del dg: «Ma una figura alla Moggi non ci sarà più, il nuovo ad potrebbe anche fare il direttore. Vi teniamo in suspense ancora un po’».


Tornando a Cobolli Gigli – laureato in Economia e Commercio alla Bocconi, con esperienze nel settore farmaceutico e poi all’Ifi, quindi presso Fabbri, Rizzoli, Mondadori, Rinascente e Confcommercio –, sarà un presidente «al 150%, lavorerà a tempo pieno per la società e potrà avvalersi in qualunque momento dell’appoggio di Giampiero Boniperti e di Franzo Grande Stevens». Già presidente onorario (e grande nemico di Giraudo) il primo, prossimo presidente onorario il secondo.

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