La Juventus in otto minuti batte il Siena e il Milan

Capello lascia in panchina Ibrahimovic dopo la lite in allenamento con Vieira. Chissà se si è trattata di una punizione o semplicemente il tecnico di Pieris abbia voluto far rifiatare lo svedese di origini slave perché non al meglio. Del Piero, dunque, fa coppia con Trezeguet mentre Balzaretti è finalmente titolare, viste le sue buone condizioni di forma. De Canio propone due punte – Bogdani e Chiesa – e una mezzapunta, Locatelli. Chiaro l’intento di voler giocarsi la partita (De Canio alla vigilia aveva rifiutato l’etichetta di Juve2), in fondo la salvezza prima di ieri non era ancora certa. La partenza sprint della Juve mette ko un Siena timido e impacciato. In 480 secondi arrivano i gol di Vieira (colpo di testa su angolo di Nedved), Trezeguet (assist di Del Piero con tanto di rimpallo su un difensore) e Mutu (passaggio di Vieira su uscita maldestra di Fortin). La scelta tattica di De Canio concede un vantaggio enorme agli ospiti (la superiorità numerica a centrocampo). Ovvio che la più forte squadra bianconera approfitti subito della circostanza e chiuda il match in pochissimi minuti. La reazione senese stenta ad arrivare, al torpore in campo si oppone la tensione sugli spalti dove inizia una vera e propria contestazione al Siena. Eppure un minimo di reazione c’è: Buffon è costretto a intervenire su due missili di Vergassola e Chiesa dalla distanza, Cannavaro chiude con tempismo sul centrocampista ex Torino, Locatelli coglie il palo di tacco deviando una conclusione dell’attaccante. Troppo poco per poter cambiare le sorti di una partita già scritta: la Juve sorniona resta a guardare e non ha nessuna intenzione di forzare il ritmo. Il primo fallo vero del Siena arriva al 34’: Foglio atterra Nedved e si becca il cartellino giallo, l’unico della giornata, che costa al centrocampista senese la trasferta a Milano con l’Inter di domenica prossima. E la contestazione aumenta di intensità, i fischi all’intervallo sono scroscianti.
Nel secondo tempo le maggiori emozioni arrivano dal tabellone elettronico: l’annuncio del gol di Cozza (ex dei toscani) che porta in vantaggio la Reggina sul Messina fa scoppiare il boato del «Franchi». Che si ripete a ogni gol – saranno tre - dei calabresi. E mentre l’indomabile Chiesa coglie la traversa, Fortin nega il gol a Del Piero e tre minuti dopo Capello lo toglie per far posto a Ibrahimovic. Il capitano non gradisce e si siede in panchina stizzito, la sua è l’unica faccia scura di una Juventus che si avvicina allo scudetto. Il Siena resta in A ma senza festa, la curva inneggia ironicamente ai vecchi eroi della squadra (compreso Argilli e l’ex tecnico Papadopulo).

Strano destino quello del Siena: contestazione aspra, nell’anno in cui arriva la salvezza migliore dopo quelle conquistate a Modena nel 2004 e in casa con l’Atalanta (gol niente meno che del «ribelle» Argilli a nove minuti dalla fine).
Marcello Di Dio

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