Torino - In mattinata, l'assemblea degli azionisti della Exor presieduta da John Elkann, la cassaforte di casa Agnelli. Nel primo pomeriggio, la presentazione alla stampa del nuovo presidente della Juventus: Andrea Agnelli. In serata il tam tam che dava per ormai fatto l’accordo con Benitez, prossimo tecnico juventino. «Mancano solo piccoli dettagli» il sussurro inconfessabile di chi sa. Tornando all’incontro stampa, «siamo qui solo per un saluto cordiale - ha esordito Jean Claude Blanc, ormai ex presidente della Juve -. Questo è un nuovo inizio: l'arrivo di Andrea Agnelli è una grande opportunità per me, per tutti noi e soprattutto per la Juve. È un evento anche storico, 48 anni dopo la presidenza di suo padre». Un sorriso tirato e via, in ufficio a fare i conti. Parola ad Andrea Agnelli, cugino di John Elkann: «Le domande teniamole per un secondo momento, quando sarò formalmente presidente (a fine maggio, ndr). Negli ultimi mesi ci sono state una serie di speculazioni su quello che avrebbe dovuto essere il futuro della Juventus, in realtà erano in corso riflessioni interne alla nostra famiglia. La mia designazione è comunque la testimonianza della nostra unità interna, avevamo solo bisogno che alcuni tasselli andassero al loro posto. La storia della mia famiglia è legata a questa squadra, mio papà Umberto è stato l'ultimo Agnelli presidente ma la nostra vicinanza è stata sempre totale. Io però non vorrei paragoni con questo o quel periodo storico: voglio pensare al domani e portare il mio contributo per sviluppare la società a tutti i livelli, sia in campo che fuori. La Juve è la mia squadra del cuore e cercheremo di ottenere i risultati che tutti si aspettano: sarà un percorso complicato, ma per riuscirci spenderò tutto me stesso. Oggi c'è un cerchio che si chiude, con l'allineamento assoluto tra la nostra famiglia, la Exor e il management societario». Dove però Blanc vedrà ridimensionato e non di poco il proprio margine di azione: «Jean Claude resta e sarà il nostro a.d., a lui spetterà la gestione operativa della società a 360° con particolare attenzione allo sviluppo nella voce ricavi e l'obiettivo di portare a termine nel migliore dei modi il progetto stadio».
«Vista la situazione degli ultimi mesi, mi fa molto piacere che Andrea abbia accettato - aveva detto in mattinata John Elkann -. Sapere che si impegnerà in prima persona è un grande incoraggiamento per me e mi fa vedere il futuro di una Juventus più forte. Non c'è dubbio che la Juventus sia una realtà che ha del valore. Nel corso di questi anni molte cose l'hanno rafforzata, come ad esempio lo stadio, un'opera importante perché ci permetterà di avere un attivo a patrimonio. La stagione sportiva è stata però deludente e, se non si riescono a mantenere le aspettative, si crea una situazione in cui anche se c'è uno stadio bello la gente non ci va». Motivo per cui, la gestione sportiva è stata bocciata su tutta la linea: quando Elkann se n'è accorto, ha deciso di tagliare i rami secchi. «Abbiamo le potenzialità per essere un modello virtuoso che riesca a coniugare risultati sportivi e compatibilità del conto economico, soprattutto adesso che la Uefa ha definito il fair play finanziario che obbligherà tutti ad avere i conti in ordine».
La proprietà è dunque consapevole - e lo lascia intendere - che sia stato un errore costruire su soluzioni interne e sulla crescita di persone senza esperienza nei punti chiave (Ferrara? ndr). E, infatti, Elkann ha ieri confermato che la Juve è pronta a investimenti pesanti, nell'ordine di 80 milioni di euro per il prossimo calcio mercato: spenderli nel miglior modo possibile è la sfida che attende adesso la società. La quale poi ha anche deciso di tirare fuori le unghie in relazione a calciopoli: «Non chiederemo la riapertura di alcun processo, ma nei prossimi giorni sarà definito un esposto alla Federcalcio per la revoca dello scudetto 2005-2006 (assegnato all'Inter, ndr) - ha annunciato Elkann -.
Si tratta di una posizione coerente con quanto abbiamo sempre sostenuto: le regole valgono per tutti. Non sono d'accordo con la linea (moggiana, ndr) del «se tutti sono colpevoli, non esiste alcun colpevole»: se uno ha sbagliato, è giusto che paghi. Ma la cosa non può valere solo per un soggetto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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