nostro inviato a Montreal
La Ferrari, per Schumi, ha pronto un futuro da alto dirigente, da manager con i fiocchi, da uomo che conta nella stanza dei bottoni. Trattasi di considerazione, di due più due che fa quattro e non tre, e il tutto trae origine da come la Rossa aveva a suo tempo deciso di sistemare la questione «Valentino Rossi pilota di F1». Nel caso, infatti, il campione del motomondiale avesse detto sì alle sirene ferrariste, lenorme tedesco avrebbe fatto, consenziente, un passo indietro. In questi mesi, infatti, parlando di Valentino sulla Rossa, lunico conto che stentava a tornare era proprio quello relativo al numero di piloti in sella al Cavallino: firmato un pre-accordo con Kimi Raikkonen (lopzione scade ai primi di agosto e tutto fa pensare che verrà confermata), assunto Felipe Massa, leventuale arrivo di Rossi avrebbe creato unabbondanza di piloti, visto che Michael Schumacher ha sempre tergiversato sul tema del «mi ritiro, anzi non mi ritiro».
Invece, a Maranello avevano già pianificato tutto: nel caso fosse arrivato Valentino, Michael avrebbe anticipato il passaggio a ruoli dirigenziali e di alta rappresentanza allinterno del gruppo. Non solo: la soluzione sarebbe stata anche gradita dal sette volte campione del mondo, in quanto non si sarebbe trattato di far spazio a un pilota rivale bensì, e di fatto, aiutare a far crescere un campione affermato di un altro sport di fronte a una nuova sfida. Insomma, in caso di successo, il merito sarebbe stato anche di Michael. A quel punto come tra laltro scritto dal Giornale la coppia del futuro Ferrari avrebbe avuto i nomi affascinanti di Raikkonen e Rossi, con Felipe Massa dirottato verso un team vicino (per esempio la Red Bull motorizzata Ferrari).
Con la rinuncia di Rossi alla F1, il problema di abbondanza si è ridotto di ununità, ma è rimasto.
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