Kaladze: una mano, due fischi

Sui falli di mano, Kaladze finirà per scrivere un libriccino dopo i due episodi di cui è stato protagonista: il primo a Torino con la complicità dell’arbitro Farina, il secondo ieri al Meazza. Avrete visto in tutte le salse Kaladze che con il braccio destro intercetta un tiro di Zambrotta, sì proprio il suo compagno Zambrotta, in anticipo su Plasmati. A parer mio, non me ne vogliano i tifosi rossoneri, il rigore ci sta tutto perché il georgiano fa opposizione con le braccia ben staccate dal corpo. Al contrario Gervasoni, fischietto di Mantova caro a Collina, ha ritenuto l’intervento involontario per la distanza ravvicinata e la casualità di chi colpisce il pallone. In mezzo a questa diatriba ci finisce sempre l’arbitro al quale il regolamento offre un ampio ventaglio d’interpretazioni: sui falli di mano può limitarsi a concedere una punizione oppure procedere all’ammonizione secondo l’importanza dell’azione. L’espulsione è prevista solo se un giocatore evita un gol o interrompe una chiara occasione da rete. Eccessiva la discrezionalità anche sulla posizione di braccia e mani. Un bel casino.

Il potente Collina potrebbe portare l’argomento all’ordine del giorno nella commissione arbitrale della Fifa. Chissà mai che i soloni dell’International Board semplifichino la regola e rendano più facile la vita agli arbitri. E, a cascata, a giocatori, tifosi, giornalisti.

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