Kamikaze a Eilat: Hamas giustifica

Attentato suicida in un centro commerciale: 4 morti. Preso un complice. Olmert promette: "Colpiremo anche i mandanti". Gli Usa: "L'Anp non l'ha impedito".

Kamikaze a Eilat: Hamas giustifica

Gerusalemme - È stata provocata da un kamikaze l'esplosione che ha devastato un panificio a Eilat, città israeliana sul Mar Rosso famosa per il turismo, e ha provocato la morte di tre persone, oltre a se stesso. Lo afferma la polizia israeliana. Secondo la radio militare, all'interno dell'edificio si trovano quattro cadaveri e molti sarebbero i feriti. Presumibilmente uno dei morti è il kamikaze. Secondo il capo della polizia di Eilat, intervistato dalla emittente, il terrorista ha fatto esplodere un corpetto esplosivo ed è stato dilaniato dal suo ordigno. La panetteria Lehamim, teatro dell'attentato, si trova in una zona commerciale che al momento dell'attacco - le 9,40 locali - era affollata di persone. Eilat è una località popolare per le vacanze di israeliani e stranieri ed è stata ampiamente risparmiata dalle violenze in oltre sei anni di rivolta palestinese.

Uomo bomba Era un membro delle Brigate dei martiri di al Aqsa (al Fatah) il kamikaze che si è fatto esplodere oggi. Lo ha detto Abu Muhammed, un portavoce delle Brigate al Aqsa. Abu Muhammed ha precisato che si tratta di Muhammed a-Siksak, 21 anni, del rione Sajaya di Gaza.

Ricerche La polizia israeliana ha elevato lo stato di allerta in seguito all'attentato. Lo riferisce la radio militare. Gli ingressi di Eilat sono stati chiusi dalla polizia, nel tentativo di catturare persone che potrebbero aver aiutato il kamikaze. Gli agenti sono alla ricerca di due uomini che hanno accompagnato in auto l'attentatore. Una delle ipotesi della polizia è che questi possa essere giunto dal vicino valico di Taba, al confine fra Israele ed Egitto.

Arresto La polizia di Eilat ha arrestato una persona che avrebbe condotto il kamikaze nel rione Isidor dove si è fatto esplodere nella prima mattinata. Lo ha riferito radio Gerusalemme secondo cui l'attentatore è un palestinese residente nei Territori. Un abitante del rione ha detto alla emittente di averlo notato perché vestiva una pesante giacca nera, poco confacente al clima molto mite della città. L'uomo aveva con sè una grande borsa, ha aggiunto, e si è diretto verso l'unico negozio (un piccolo panificio) che in quel momento era aperto nella zona.

Rivendicazione Si tratta del primo attacco suicida dal 17 aprile 2006, quando a Tel Aviv fu colpito un banchetto di panini della stazione: 9 persone rimasero uccise e una decina ferite. L'attentato sarebbe stato realizzato assieme da tre diverse organizzazioni palestinesi, secondo il sito Ynet del quotidiano Yediot Ahronot. Da una fonte palestinese il sito ha appreso che si tratta delle Brigate al Quds (Jihad islamica), delle Brigate al Aqsa (al-Fatah) e di un non meglio precisato "Esercito dei fedeli". L'attentato ha avuto luogo quattro giorni prima che il cosiddetto Quartetto di negoziatori per la pace in Medio Oriente si riunisca a Washington per promuovere la ripresa del processo di pace tra israeliani e palestinesi. Khaled al-Batsh, alto funzionario della Jihad Islamica, ha detto che l'attacco è "una risposta naturale ai crimini del nemico sionista".

Tra condanna e giustificazione Da Addis Abeba, dove è con Abu Mazen per partecipare al vertice dell'Unione africana, il consigliere del presidente dell'Anp Yasser Abed Rabbo ha respinto "atti come questo che non sono nell'interesse della causa e oscurano l'immagine del popolo palestinese". L'attentato è stato invece giustificato dal portavoce di Hamas Fawzi Barhoum secondo il quale si tratta di "una risposta naturale" all'occupazione israeliana dei terrotori. "Fino a quando vi sarà l'occupazione, la resistenza è legittima", ha aggiunto.

Il premier Olmert: lotta senza tregua Il premier israeliano Ehud Olmert ha reagito affermando che lo stato ebraico porterà avanti una «lotta senza tregua contro i terroristi e i loro mandanti». In un intervento davanti al gruppo parlamentare di Kadima, Olmert ha affermato: «Esamineremo questo avvenimento in tutti i suoi dettagli: sapremo trarne le conclusioni e dare direttive ai nostri servizi di sicurezza perchè portino avanti la loro lotta senza tregua contro i terroristi ed i loro mandanti».

D'Alema: attentato barbaro Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha espresso «la più ferma condanna» dell'attentato suicida che oggi a Eilat ha stroncato tre vite innocenti. È quanto si apprende da un comunicato della Farnesina. «Si è trattato - ha affermato D'Alema - di un barbaro atto terroristico che non può trovare giustificazioni di sorta, e che nasce dalla volontà di allontanare la prospettiva della pace mettendo a rischio il cessate il fuoco, la cui tenuta è invece indispensabile affinché possano proseguire gli sforzi di dialogo fra israeliani e palestinesi». L'attentato suicida è un tentativo di sabotare gli sforzi di pace. E dura è la reazione della Ue. L'attacco, ha dichiarato Jens Ploetner, portavoce del ministero degli Esteri di Berlino, va condannato «con la più grande fermezza. E' un tentativo di annientare la speranza di avere progressi nei rapporti tra israeliani e palestinesi».

Gli Usa: l'Anp non ha impedito l'attacco «La responsabilità di non aver impedito un tale attacco ricade sul governo dell'Autorità palestinese». Così, con una dichiarazione della Casa Bianca, gli Stati Uniti condannano l'attentato di Eilat e attaccano il governo palestinese.

Il fatto che questo «non sia riuscito a prevenire l'attacco - continua la dichiarazione del portavoce di George Bush, Tony Snow - inevitabilmente influenzerà le relazioni tra il governo palestinese e la comunità internazionale e mette a repentaglio l'obiettivo del popolo palestinese di uno stato indipendente». «Noi condanniamo anche - conclude la dichiarazione - i gruppi terroristici palestinesi, compresa Hamas, che tollerano queste azioni barbariche».

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