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"Kandinsky e l'Italia" con Klee, Miró e Fontana

Un' importante retrospettiva con 130 opere per una panoramica sull'Astrattismo

"Kandinsky e l'Italia" con Klee, Miró e Fontana
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Dall'Italia, specie in seguito al lungo soggiorno a Rapallo tra 1905 e 1906 in compagnia della giovane allieva Gabriele Münter, prese una luce nuova per la sua tavolozza. All'Italia fece dono, un quarto di secolo più tardi, di un inedito linguaggio per il nascente Astrattismo, che fiorirà tra gli anni Trenta e Cinquanta. Il rapporto di Wassily Kandinsky con il Belpaese, indagato nella mostra Kandinsky e l'Italia, dal 30 novembre 2025 al 12 aprile 2026 al Museo MAGA di Gallarate (Varese), è più stretto - e problematico - di quanto si mostri a un primo sguardo. La retrospettiva, a cura di Elisabetta Barisoni ed Emma Zanella - nel palinsesto dell'Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026 - ne dà conto presentando 130 tra opere del Museo e capolavori provenienti dalla Galleria di Ca' Pesaro, partner del progetto, e da importanti collezioni pubbliche e private. Accanto a Kandinsky troviamo autori come Klee, Arp, Miró, Calder, Tàpies, Fontana, Licini, Melotti, Prampolini, Rho, Accardi, Capogrossi, Dorazio: praticamente un compendio della pittura antifigurativa della prima metà del Novecento. L'allestimento, che ha reso opportuno invertire il consueto percorso museale, si apre con una prima ampia sezione che introduce la temperie culturale internazionale, così come si sviluppò tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, quando Kandinsky, con le sue lezioni al Bauhaus, influenzò lo sviluppo della pittura grazie anche al dialogo aperto con i maestri dell'Astrattismo europeo. Tra i nomi più noti c'è quello di Paul Klee, di cui scopriamo Con il serpente, disegno a china, acquerello e pastelli risalente al 1924. Poco distanti, i Gong rossi gialli e blu di Alexander Calder, lavoro materico in lamiera dipinta e filo di ferro noto anche con il nome di Triplice gong (siamo nel 1951). Tra le opere di Kandinsky, l'olio Zig zag bianchi e la litografia Piccoli mondi (Kleine Welten), entrambi datati 1922. Cuore dell'esposizione è l'affondo sulla relazione, profonda quanto controversa, tra Kandinsky e il panorama artistico italiano, che culmina nella personale a lui dedicata alla Galleria del Milione di Milano nel 1934, momento di transizione generazionale e attento ripensamento sulla figurazione allora dominante in Italia. Tra i maestri influenzati - seppure indirettamente - dalla lezione del russo troviamo Lucio Fontana, con il tardo Concetto spaziale (1961), e Osvaldo Licini, autore del visionario collage Angeli missili + luna (1956-57): forme estreme che ricordano quanto scrisse una volta lo stesso Kandinsky, con impeto volutamente dissacrante: L'impatto dell'angolo acuto di un triangolo contro un cerchio ha un effetto non meno potente del dito di Dio che tocca l'indice di Adamo in Michelangelo. Di Enrico Prampolini è una Composizione, tecnica ad olio su masonite, risalente al 1950. Fra le opere meno note, l' Omaggio a Kandinsky, Klee, Picasso e Licini (1960) di un Tancredi Parmeggiani che, di lì a poco, sarebbe piombato nel vortice della malattia mentale che lo avrebbe portato al drammatico suicidio nelle acque del Tevere.

Per tutto il secondo dopoguerra il pensiero e l'opera di Kandinsky rimasero al centro della scena italiana grazie ad alcune importanti mostre come Arte astratta e concreta, sempre a Milano nel 1947, Arte Astratta in Italia, l'anno successivo a Roma, e a movimenti come Forma (1947), MAC (1948), Origine (1951): molti dei protagonisti di quegli anni trovano spazio nella terza e conclusiva sezione della rassegna.

Catalogo Dario Cimorelli Editore. Orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10 - 18; sabato e domenica: 11 - 19. Biglietti da 8 a 16 euro.

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