nostro inviato a Magny Cours
Da dire sottovoce perché di questi tempi basta un nulla per illudersi ed illudere: la Ferrari è in prima fila. Trattasi, però, di prove libere, che nel mondo a trecento all'ora sanno molto di serie B motoristica visto che i giochi veri si fanno di sabato. Eppur qualcosa raccontano: per esempio, che la Rossa degli ultimi tre disgraziati Gp dovrebbe essere un lontano ricordo; per esempio, che il bell'addormentato Kimi Raikkonen pare lentamente svegliarsi dal lungo torpore: miglior tempo di giornata per lui, ottenuto nella sessione mattutina, e stato di forma ribadito al pomeriggio, secondo dietro il compagno Felipe Massa. Ma tempi più alti, per cui soddisfazione grande di essere comunque rimasto davanti a tutti.
In tempi di magra conforta anche questo, benché Kimi continui a ragionare in grande, come se durante il lungo sonno primaverile, tutto gli fosse scivolato addosso: «Ho scelto la Ferrari ben sapendo che i team migliori sarebbero stati la rossa e la McLaren, a Maranello sono stato accolto benissimo da tutti, sono sempre stato abituato a fare a modo mio e resto convinto di poter ancora vincere questo mondiale». Parole come pietre, parole che inquieteranno e stimoleranno oltre misura il compagno Massa. Parole che rincuoreranno anche gli uomini del Cavallino alle prese con le polverine sabotatrici (a proposito, monsieur Jean Todt si è celato dietro un fragoroso no comment riguardo al fattaccio che vede coinvolto il tecnico Nigel Stepney, «c'è un inchiesta in corso e non posso parlare»); parole, soprattutto, che rasserenano i vertici rampanti alle prese con il quesito: ma questo «pilota piovuto dal cielo» (così sir Frank Williams definì un giorno Raikkonen) quando comincia a pestare sull'acceleratore?
Ieri. Kimi ha iniziato ieri. Complice il pacchetto aerodinamico varato in quel di Silverstone la settimana scorsa di cui il segnale più vistoso sono le due alette poste sull'anteriore. Complice, va detto, anche l'ormai assorbito contraccolpo patito a causa della galleria del vento rotta settimane fa, a fine aprile, prima del Gp di Spagna (guarda caso, fu l'ultima corsa vittoriosa della Rossa). L'intera faccenda merita discorso a parte, tanto più che assume contorni curiosamente contraddittori. Ma si raccontava dell'algido finnico: «Ho lavorato bene - dice -, è stata una giornata positiva, certo bisognerà aspettare le qualifiche per giudicare come si deve tutto, ma credo che sarò competitivo. Anche perché c'è ancora margine per migliorare le prestazioni. La mia uscita? Succede quando spingi al massimo». Come sempre, infinitamente più esauriente Felipe Massa: «Sono riuscito a trovare fin dall'inizio un buon bilanciamento della macchina; credo che il lavoro culminato nei test fatti a Silverstone stia cominciando a dare frutti. Siamo competitivi. Il mio testacoda? Capita. Ciò che conta è che la Ferrari sembra un'auto diversa rispetto a quella delle ultime tre gare. Se sono molto ottimista? Diciamo che sono ottimista. Perché quando metti la macchina in pista e va subito bene, ti fidi di più e puoi spingere meglio».
Nonostante diversi svarioni, nonostante, alla fine, il suo compagno e leader del mondiale sia stato più veloce, fa professione d'ottimismo il campione del mondo Fernando Alonso. Sorprende, però, che la buona predisposizione sia frutta dei miglioramenti della Rossa: «Abbiamo avuto diversi problemi (Hamilton fermo col motore troppo freddo al mattino, ndr) e la macchina non è ancora al massimo. Dovremo lavorare tanto di notte. Patisce le curve veloci e con il vento che c'era è stato facile sbagliare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.