Antonio Lodetti
da Milano
Al Kooper, un gigante del rock che disdegna il ruolo di star. Lui ama stare dietro le quinte. Tastierista eccezionale (nonché chitarrista, cantante e compositore), ha suonato lorgano con Bob Dylan (e con i Rolling Stones, Jimi Hendrix e molti altri) nellepocale Like a Rolling Stone e assieme a lui ha rivoluzionato il folk trasformandolo in tempesta elettrica; ha inciso classici come Super Session con Mike Bloomfield e Stephen Stills; ha fondato gruppi come i Blues Project e i Blood Sweat & Tears, la prima rock band della storia con i fiati. Kooper odia le luci della ribalta, ma di tanto in tanto pubblica un nuovo album (lultimo è Black Coffee) e va a trovare i suoi fan in giro per il mondo. Proprio stasera conclude il tour italiano al Castello di Vigevano. «Il rock è una musica istintiva che tiene lontana la vecchiaia - racconta -; anche se oggi è molto cambiato, cè in giro un sacco di brutta musica gabellata per arte». Lui è uno duro e puro che non accetta compromessi. «Amo esplorare, cambiare direzione partendo dal blues e dal rhythmnblues. Suono la chitarra perché amo Elvis e le tastiere perché adoro Jerry Lee Lewis e Ray Charles». Anche al fianco di Dylan è stato un grande dissacratore. Al Newport Folk Festival furono fischiati e costretti a fuggire perché suonavano elettrico. Mito o realtà? «La gente fischiava perché voleva Dylan con la sua chitarra, non tutto quel frastuono, ma cerano anche molti che applaudivano». Poi ha inventato i Blues Project, unaltra ventata di novità: «Ognuno di noi veniva da altri generi musicali, la nostra era fusion ante litteram» e in seguito i Blood Sweat & Tears: «Nessuno aveva ancora pensato di fondere i ritmi rock con i fiati. Con noi cera anche Randy Brecker e fu un successo». Ma lui dal successo fugge sempre e li lascia. «Forse sono un ingenuo, ma amo combattere per le cause perse.
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