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La Kostner cade come alle Olimpiadi dura 20 secondi il suo sogno di gloria

Il sogno di Carolina Kostner è durato poco più di venti secondi, ma bastava guardarla in faccia prima e durante il riscaldamento per rendersi conto che ieri la tensione era quella dei giorni no, quella che inesorabilmente blocca i muscoli e rende tutto terribilmente difficile.
Tutta sola, in mezzo all'arena di Tokyo con gli occhi di 7000 persone fissi su di lei, bellissima cerbiatta dagli occhi sbarrati e impauriti, Carolina aveva il cuore che batteva all'impazzata prima dell'inizio del suo programma.
Lei cercava di controllare l'emozione facendo profondi respiri, ma quando la musica è partita la sua azione è parsa subito macchinosa, carica di paura. La caduta, proprio come alle Olimpiadi Torino, è arrivata quasi subito, al primo salto dello stesso programma che a Varsavia le aveva regalato il titolo europeo: il triplo flipsul primo salto di una prevista combinazione triplo flip-triplo toeloop, la stessa che le era stata fatale a Torino, concluso con il sedere sul ghiaccio le ha squarciato l'anima e fatto crollare le speranze, perché quando Carolina sbaglia fa poi fatica a mantenere la scioltezza per recuperare i punti persi.
Il secondo salto da triplo è stato trasformato in doppio e le belle trottole, le belle spirali, gli angeli di rara eleganza non sono bastati a salvarla, Carolina ieri non era la donna spensierata che venerdì nel programma corto aveva entusiasmato chiudendo al terzo posto, a un passo dal secondo dell'idolo di casa Miki Ando.
Sorteggiata come prima ad esibirsi del gruppo delle sei migliori, Carolina Kostner ieri ha anche patito la presenza delle rivali nella fase del riscaldamento, quando sulla pista non è mai riuscita a trovare lo spazio necessario per provare i salti.
A nulla stavolta sono valse la sua bellezza e la sua maturità di donna, il paragone con le nuove, giovanissime regine del ghiaccio è stato impietoso: le giapponesi Miki Ando e Mao Asada, oro e argento, e la coreana Yu-Na Kim, bronzo, sono parse nettamente più sciolte e soprattutto hanno proposto programmi più ricchi di difficoltà.
Per Carolina c'è solo la consolazione di essere ancora una volta la migliore europea, il sesto posto finale non è però quello che sperava dopo il programma corto, ma quello che probabilmente fa più male è il modo in cui ha perso, subendo la tensione, non riuscendo a dare il meglio di sé nel momento cruciale.
In ogni caso, anche se avesse battuto di qualche punto il suo primato personale Carolina non sarebbe salita sul podio, e questo fa capire che di strada per aspirare al trono mondiale purtroppo deve ancora farne tanta.

Oltre le aspettative ha pattinato invece la seconda italiana in gara, Valentina Marchei, undicesima assoluta e quarta europea.

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