nostro inviato a Silverstone
10 a RAIKKONEN. Niente lode solo per la pole mancata per un errore e per la frase infelice: «Se ho urlato di gioia nel casco? No, non è nel mio stile». Ma ha corso alla Schumi. Il paragone lo infastidisce sempre, però non cè niente da fare: lo nobilita anche. Se lè meritato quando, prima della seconda sosta, ha inanellato sei giri record stile computer, stile kaiser Schumi per lappunto. Lo dirà anche Montezemolo e, cè da giurarci, Kimi non obietterà.
6,5 a MASSA. Gara da urlo, una delle sue più belle. Purtroppo vanificata dal motore spento al via. Il tutti per uno e uno per tutti, da sempre filosofia della Rossa, impone di credere che ci sia stato un problema tecnico. Lo dicono a chiare lettere gli uomini di rosso vestiti e, francamente, di questi tempi non è il caso di mettersi a investigare o spiare.
6,5 ad HAMILTON. Se Massa paga il guasto-errore sospetto al via, Lewis non paga niente. Corsa da 6 e mezzo per il ragazzo prodigio che continua la serie: in nove Gp fin qui disputati, nove volte sul podio consecutivamente. Per fortuna, stavolta, ci sono 40 secondi di distacco ad umanizzarlo. Fa bene anche a lui. Tanto più che ammette: «Ho voluto fare lassetto di testa mia, ho scelto una strada sbagliata... ho imparato la lezione».
7 ad ALONSO. E la lezione per Hamilton è stata questa: meglio continuare a copiare lassetto di Alonso. Il campione del mondo, guarda caso, gli ha rifilato oltre mezzo minuto. Vorrà pur dire qualcosa.
7 a KUBICA. Di nuovo quarto, di nuovo primo del resto del mondo. E i miracoli di Papa Wojtyla non centrano.
6 a FISICHELLA. Un punticino. Pochino, tanto più se dietro al compagno.
5 a TRULLI. Il voto, più che per lui è per il team: macchina inguidabile, talmente instabile da spingere il team a farlo rientrare. Questioni di sicurezza?
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