Kuffour al Pupone «E io scommetto che vinciamo noi»

nostro inviato a Duisburg

Parlare di scommesse, in un periodo così delicato, non è facile. Ma stavolta si tratta di gesti innocenti, tra vecchi e nuovi compagni di squadra. E così Italia-Ghana diventa una sfida nella sfida: da una parte Appiah e Kuffour, dall’altra Cannavaro e quasi tutto il nucleo romanista in azzurro, con in testa Francesco Totti. I due ex compagni nella Juventus si giocheranno un televisore al plasma, mille euro sarà invece il premio in palio tra il difensore ghanese e i giallorossi.
A Stephen Appiah brillano gli occhi quando parla dell’Italia e della partita di domani sera: «Per me è ancora più importante che per gli altri», ha detto ieri il centrocampista nel ritiro di Wurzburg, uno dei più tranquilli e accoglienti angoli della Baviera. Quest’anno Appiah ha giocato in Turchia con il Fenerbahce, ma non vede l’ora di riabbracciare Marcello Lippi. «Un allenatore che ha contato molto nella mia carriera - ha sottolineato il ghanese che ha fatto anche riferimento allo stato d’animo degli azzurri dopo lo scandalo del calcio italiano - credo proprio che non saranno condizionati, ho telefonato ai miei ex compagni Buffon, Cannavaro e Del Piero e mi hanno detto che è tutto ok». Lo spazio per l’amarcord finisce subito, è tempo di messaggi bellicosi. «Ricordate come iniziarono altri mondiali negli ultimi anni le squadre africane contro le grandi? Il Ghana vuole fare come il Camerun con l’Argentina nel Mondiale italiano del ’90 o come il Senegal con la Francia quattro anni fa in Corea e Giappone».
A Kuffour qualcuno gli riporta le frasi di Totti di venerdì sera («se non ci andrà piano nei contrasti, non lo farò più giocare nella Roma»). Il difensore sorride per la battuta: «Lo aspetto dopo la partita per riscuotere e non si tratta certo di una pizza...», ha detto Kuffour che riceverà mille euro se il Ghana dovesse vincere o anche solo pareggiare. «La forza della nostra squadra – ha aggiunto il difensore centrale - è che non ha niente da perdere, è la prima volta che gioca un mondiale. La sfida con il Brasile se arriviamo secondi? E chi lo dice, non mi pare che i brasiliani abbiano ancora vinto il girone...».
Il puntiglioso Ratomir Dujkovic, il serbo per anni portiere della Stella Rossa Belgrado e dalla fine del 2004 ct del Ghana, si sbilancia: «La mia squadra (fra le più giovani del Mondiale con una rosa che ha una media di 25,2 anni, ndr.) passerà il turno e poi arriverà in semifinale. È il nostro primo mondiale, ma tutte le avversarie dovranno sudare per batterci, perché molti dei miei ragazzi hanno comunque 4-5 anni di esperienza in grossi club europei alle spalle. Segreti? Tra me e Lippi, uno dei migliori allenatori del mondo, non ce ne sono.

Dico solo che il Ghana è pronto al 95 per cento e che l’Italia ha un attacco pericoloso, chiunque decida di schierare. Ma noi possiamo fermarli tutti». Parola di ct delle Black Stars. E stavolta non c’è bisogno di scommetterci sopra.

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