L’Abc scavalca Monti: «Serve più trasparenza Nuove norme in fretta»

RomaPartiti trasparenti: se Mario Monti frena, l’Abc accelera. Sarà per alzare un po’ l’asticella del gradimento dei partiti, crollata a livelli di guardia; sarà per la campagna del Giornale con cui si chiede l’eliminazione dei rimborsi elettorali; sarà che, a causa dei veti incrociati, il premier desiste dall’ipotesi di agire per decreto legge su un argomento che non gli compete; sta di fatto che i leader dei partiti di maggioranza decidono per una scossa. «Agiamo subito e in fretta», è il senso delle telefonate incrociate tra Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. Entro domani, infatti, verranno messe nero su bianco le prime norme di una proposta di legge per «il controllo e la trasparenza del finanziamento ai partiti». Giovedì, poi, il testo verrà girato a tutte le forze politiche in modo da scegliere anche lo strumento più adatto per dare il segnale che la «casta» non dorme. I capigruppo del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, l’hanno già buttata là: si agisca in commissione in sede legislativa. Traduzione: la legge verrà discussa e votata in commissione, senza passare dall’Aula. Un modo per fare presto, prestissimo; addirittura già a fine maggio. Antonio Di Pietro ha già dato il suo assenso di massima: «Non c’è tempo da perdere, noi siamo disponibili».
Ma su cosa si sta lavorando? Le nuove norme dovrebbero riguardare la certificazione dei bilanci dei partiti, il controllo su di essi da parte della Corte dei conti, l’obbligo della pubblicazione su Internet dei resoconti finanziari dei partiti, l’abbassamento (probabilmente fino a 5mila euro) della soglia per le donazioni anonime alle formazioni politiche. Infine, le sanzioni per i partiti che non rispetteranno i criteri indicati dalla legge. In commissione Affari costituzionali giacciono già svariate proposte di legge, molte delle quali si sovrappongono. Ce ne è una di Carmelo Briguglio (Fli) che prevede il taglio dell’80% del finanziamento e l’innalzamento della soglia a chi raggiunga il 2,5% dei consensi; una di Maurizio Turco (Radicali) che chiede che sui bilanci si accendano i fari della Corte dei conti e che il rimborso massimo sia di 1 euro a elettore e non più di 5, com’è oggi. Casini chiede pure la trasparenza dei contributi privati. Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta: basta soltanto «trovare una sintesi».
Pare invece tramontata l’ipotesi che sia il governo a regolamentare la materia, sia per decreto legge (come aveva ventilato il Guardasigilli Paola Severino) sia introducendo un pacchetto di norme del ddl anticorruzione.

E il premier tira un sospiro di sollievo perché se avesse agito d’imperio si sarebbe scontrato con parte della sua «strana» maggioranza. Maggioranza che il Prof vuole tenersi buona affinché non stravolga il disegno di legge sul mercato del lavoro. Quello che veramente interessa Monti.

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