«L’accordo con Fiat ci rafforzerà in Europa e America Latina» Ma Jim Press ricorda che le nozze sono legate ai nuovi finanziamenti dello Stato. «La bancarotta? Una iattura»

nostro inviato a Ginevra

«La due diligence con Torino è in corso e non posso confermare o smentire se Chrysler potrà utilizzare i vari impianti di Fiat, anche in Italia. Dico solo che il piano presentato alle autorità prevede possibili sinergie a livello di piattaforme, distribuzione e - come parte fondamentale per la generazione dei profitti - nel campo dei componenti e degli acquisti». Jim Press, il manager che anni fa creò il fenomeno Toyota negli Usa e ora, in qualità di presidente di Chrysler, spera negli aiuti di Washington per rilanciare il gruppo e far decollare l’accordo con Fiat, è ottimista.
«Grazie agli italiani - afferma Press al Giornale - entreremmo nel segmento delle auto compatte, accederemo alle tecnologie “verdi” di Torino, come quelle sul gas e l’etanolo e, così, potremo crescere in Europa. Ma Fiat ci servirà soprattutto per aumentare il nostro peso in America latina dove ora contiamo solo per lo 0,7%». È già possibile azzardare similitudini tra i marchi: Dodge-Alfa Romeo (sportività), Chrysler-Lancia (offerta al top), Jeep-Fiat (gamma allargata ai Suv anche di taglia ridotta). «La nostra ambizione - aggiunge Press - è coprire tutti i segmenti. Quello low cost? È ancora da vedere». Il presidente di Chrysler liquida con un sorriso la domanda sulla nuova società con Fiat: si chiamerà FiatChrysler? Oppure, memori delle sfortunate nozze con Daimler (da cui DaimlerChrysler) ad Auburn Hills chiederanno una soluzione diversa? Se l’accordo andrà in porto (tutto è legato ai nuovi aiuti in corso di valutazione a Washington), gli americani non si opporrebbero a possibili allargamenti dell’intesa: «Essere aperti alle opportunità - precisa Press - fa parte del nostro approccio strategico. Per quanto ci riguarda abbiamo accordi in essere con Nissan nel settore delle vetture compatte, con Volkswagen da cui attingiamo motori diesel. Cooperiamo anche con Hyundai e Mitsubishi». Tra una risposta e l’altra il presidente di Chrysler ricorda che «entro il 31 marzo la Casa Bianca farà sapere se ci concederà i nuovi finanziamenti, ovviamente propedeutici all’accordo con Fiat». Per far irritare Press basta pronunciare la parola «Chapter 11»: «Sarebbe un disastro - avverte - e subito andrebbero persi 300mila posti. Una iattura anche per i nostri 3.300 concessionari.

Questa ipotesi comporterebbe un danno sociale enorme: 140mila occupati in meno solo considerando tutto il nostro business». «Insieme a Fiat - conclude - vogliamo diventare il sesto produttore mondiale e contribuire alla lotta all’inquinamento».

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