Milano - Sì, no, forse. Il centrosinistra resta una «Babele» anche quando si tratta di sistema elettorale, ma la proposta messa a punto ieri dalla Cdl sembra risolvere alcuni dei contrasti in casa altrui. Tanto che in serata anche palazzo Chigi sottolinea l’importanza del confronto e plaude a qualsiasi apertura al dialogo. La palla comunque ora passa all’Unione.
Il segretario in pectore del Partito democratico, Walter Veltroni, considera «un fatto positivo che si sia passati alla possibilità di una discussione». «Penso che su questa base si possa lavorare - ha detto il sindaco di Roma -, siamo disponibili a discutere in Parlamento, e pensiamo sia possibile parlare anche del pacchetto sulle riforme». «L’obiettivo è dare maggioranze stabili e formate su una base programmatica coesa, e non una legge elettorale per schieramenti che devono stare l’uno contro l’altro».
Il segretario dei Ds, Piero Fassino, vuole andare a vedere: «Ci sono espressioni di ordine generale che possono essere condivise, bisogna poi vedere nel merito cosa significano». Fassino resta convinto che il modello tedesco sia la soluzione migliore. Per il ministro Vannino Chiti (Ds) la prudenza è necessaria: Romano Prodi lo ha scelto come «esploratore» nei difficili territori della riforma, ma la sua bozza ha fatto dentro e fuori dai cassetti. Da lui due osservazioni: «Non si può mettere sullo stesso piano il lasciare l’attuale legge elettorale e la disponibilità a costruirne una nuova», e fra gli obiettivi ci devono essere «un nuovo rapporto fra cittadini ed eletti (no a liste bloccate con trentotto candidati)» e le quote rosa.
Per l’Udeur, lo ricorda il capogruppo alla Camera Mauro Fabris, l’importante è che fra gli obiettivi non ci sia un sistema «troppo bipolare». I mastelliani danno l’ok all’intesa di Gemonio: «Ora tocca ai costituendi del Pd chiarire se puntano al referendum per ottenere ciò che politicamente sembrano aver difficoltà a realizzare, cioè il bipartitismo coatto all’italiana. Per noi sarebbe grave prendere atto che, mentre a destra la sintesi è possibile, nel centrosinistra c’è qualcuno più interessato alle fortune del Pd che alla coesione della maggioranza».
Anche il segretario dello Sdi Enrico Boselli ammette: «Il centrodestra è riuscito a avanzare una proposta e il centrosinistra no. A questo punto non si può che ripartire dalla bozza Chiti, accantonata per responsabilità di Ds e Margherita». Disponibile l’Idv: «I tre punti indicati da Berlusconi - ha commentato il capogruppo Massimo Donadi - sono quelli che da sempre chiediamo di mettere al centro della nuova legge».È da sinistra che arriva il fuoco di sbarramento.
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