da Roma
Tra tiri alla fune sugli emendamenti e incontri al vertice - lultimo ieri sera tra il premier Romano Prodi e i ministri Tommaso Padoa-Schioppa e Cesare Damiano - per il disegno di legge che recepisce il Protocollo sul welfare e la riforma le pensioni è arrivato il momento della verità.
Che alla fine il testo dellintesa governo-parti sociali sarà modificato è ormai un dato acquisito. In tutto alla commissione Lavoro della Camera sono stati presentati 500 emendamenti. Un decimo di questi sono firmati da deputati della sinistra radicale e riguardano praticamente solo il mercato del lavoro e la questione dei lavori usuranti. La definizione della platea degli esclusi dallinnalzamento delletà della pensione. Di chi, quindi, non solo non subirà gli effetti dello scalone della riforma Maroni, che il ddl cancella, ma sarà anche escluso dai requisiti più morbidi, scalini più quote, previsti dalla nuova normativa.
La linea della sinistra sugli usuranti lha riassunta ieri Gianni Pagliarini dei comunisti italiani. «Si tratta - ha spiegato - di garantire lesigibilità di diritti soggettivi a beneficio di chi svolge attività usuranti». Tradotto significa che Rifondazione comunista, Pdci, verdi e Sinistra democratica intendono far saltare ogni tetto al numero di lavoratori che verranno esclusi dalla riforma e quindi anche ogni limite di spesa. Realizzando quello che, solo per citare gli ultimi che hanno affrontato il tema, Confindustria e il presidente dellInps Gian Paolo Sassi hanno descritto come uno scenario da incubo. Un rischio per i conti previdenziali e pubblici che è stato anche quantificato: 12,5 miliardi di euro in più nel decennio. Cinque volte quanto preventivato.
Che gli equilibri finanziari del protocollo siano più che precari lo si capisce dalla relazione tecnica con la quale la Ragioneria generale dello Stato ha «bollinato» il disegno di legge. Lapprovazione, vi si legge, è subordinata al «rigoroso» rispetto dei criteri selettivi previsti. Cioè i «flussi numerici programmati» e i limiti alle risorse. Il primo è in realtà saltato. Il tetto a 5.000 lavoratori allanno non cè più. Ma la Ragioneria pretende che siano introdotti limiti ugualmente efficaci. Altrimenti si altererebbero «in modo sostanziale» gli andamenti della spesa pensionistica, mettendo a rischio anche gli impegni con lEuropa per il rientro del debito pubblico.
Il banco rischia di saltare comunque. «La normativa è larga nel riconoscere il lavoro usurante», ha avvertito Giuliano Cazzola, esperto di previdenza. Tesi condivisa da Forza Italia e in particolare dallex sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi che sta ultimando il dossier destinato alla Commissione europea nel quale segnalerà a Bruxelles i rischi del disegno di legge.
Oltre ai lavoratori che svolgono attività particolarmente usuranti il ddl esclude allinnalzamento delletà pensionabile i «lavoratori notturni». In tutto 2,5 milioni, ai quali si devono aggiungere 4,8 milioni che svolgono lavoro «serale». Poi ci sono i lavoratori addetti alla catena di montaggio.
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