Laddio dIsraele a Gaza, via gli ultimi soldati
12 Settembre 2005 - 00:00Restano intatte le 22 sinagoghe. Ma lAnp annuncia: le demoliremo noi
Gian Micalessin
Una nebbia di fumo e polvere galleggia sul mare di rovine. La bandiera bianca azzurra scende lenta. Ora è silenzio dopo un pomeriggio di esplosioni, fiammate e distruzioni. Ora anche le basi militari sono solo un tappeto di macerie. Come le colonie. Nel deserto di detriti restano in piedi solo due dozzine di sinagoghe, lestremo simbolo di 38 anni di presenza israeliana a Gaza. Tra quel silenzio di rovine salza il canto di Hativka, linno dIsraele intonato per lultima volta tra le sabbie di Gaza. Ancora qualche ora e nella Striscia non ci sarà più un solo soldato, un solo israeliano, un solo ebreo.
Gli ultimi sei battaglioni attendono chiusi nei blindati. Alle otto di stamattina dovranno aver raggiunto il territorio israeliano qualche chilometro più indietro. «Lesercito lascia Gaza a testa alta», declama con orgoglio il generale Avi Kochavi in mezzo ai suoi uomini allineati tra blindati con i motori accesi, davanti alle bandiere ripiegate nella luce dorata del tramonto. «Questo è linizio di una nuova realtà, ma se i venti cattivi torneranno a soffiare noi saremo pronti a rispondere a tono».
Parole che il vento porta oltre reti e recinzioni. Anche lì si attende. Lì lincognita è assai più grande. Lavvertimento di Kochavi vale già per i giorni a venire. Se Gaza diventerà, come molti temono, un santuario del terrore da cui lanciare nuovi e più sofisticati attacchi contro Israele allora Tsahal tornerà. Ma ora deve andarsene in fretta. Deve farlo senza perdite. Deve farlo prevenendo leventuale tentativo di milizie fuori controllo decise a provare che lesercito nemico fugge sotto il fuoco palestinese. Non riuscirci equivarrebbe a condannare a morte politicamente il premier Ariel Sharon tenuto sotto tiro dai dissenzienti del Likud. LAnp ha promesso di schierare quindicimila uomini, ma in un territorio dove i gruppi armati occupano edifici, eliminano esponenti della stessa Anp e rapiscono giornalisti le promesse non sono garanzie. Dunque lesercito se ne va tenendo gli occhi aperti fino allultimo metro. E gli ultimi a farne le spese sono stati tre palestinesi. Colpiti dalle pallottole israeliane nella sparatoria seguita alla carica di una folla decisa a sfondare le barriere per entrare anzitempo negli insediamenti. Nonostante quegli spari il generale Dan Harel, comandante di Tsahal per il sud saluta lammaina bandiera augurandosi «un migliore futuro per entrambi i popoli».
Per ora non se ne vede traccia. La prevista cerimonia congiunta per la consegna di Gaza è stata cancellata per il rifiuto palestinese di parteciparvi. Il niet dellAnp è arrivato dopo la decisione israeliana di mantenere chiuso il valico di Rafah con lEgitto e di non distruggere le due dozzine di sinagoghe rimaste nelle colonie. «Ci hanno sbattuto in faccia questi due problemi con una mossa estremamente sleale», sostiene il negoziatore palestinese Saeb Erakat. Di fatto fino a quando non si troverà una soluzione per il controllo congiunto del valico di Rafah, lunico da cui i palestinesi possono passare in Egitto, Gaza resterà una gabbia chiusa. «Fino a quando controlleranno lo spazio aereo le acque territoriali e i passaggi di confine Gaza resterà occupata», accusa il ministro palestinese Sufian Abu Zaydeh. Più complesso il problema delle sinagoghe. Per lAnp la mossa israeliana è una trappola ordita per esporla al biasimo internazionale quando quei luoghi religiosi finiranno distrutti. Ma questo non le ha impedito di annunciare che entro oggi le sinagoghe sranno demolite.
La questione delle sinagoghe lacera anche lopinione pubblica israeliana divisa tra chi - rispettando lopinione dei rabbini - soppone a una distruzione per mano ebraica e chi sostiene limpossibilità di lasciarle esposte alla rabbia palestinese. Sharon, preoccupato anche per il ritardo determinato da un eventuale smantellamento e trasporto in territorio israeliano, ha deciso di seguire il consiglio dei religiosi. Così ieri mattina i ministri dellesecutivo hanno deciso - con 14 voti a favore e due contrari - di abbandonarle intatte.
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