L’allestimento «ingombrante» non convince

Milano Finito il primo atto con gli applausi convinti del pubblico della Scala, ecco subito i commenti degli habitué della prima di Sant’Ambrogio. Fra quelli colti al volo, le osservazioni benevolmente critiche di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e quelle un po’ più severe di Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore capo della Repubblica a Milano. «Bello spettacolo, voci molto belle, soprattutto Carmen», ha affermato Confalonieri, che sulla regia ha espresso qualche riserva: «Mah... tutte queste trovate, le suore, i bambini... Ma va bene, tutto sommato non rompono nemmeno tanto le scatole alla musica. E i registi di oggi molto spesso lo fanno».
Più secco Borrelli, magistrato in pensione e attuale presidente del Conservatorio di Milano. «Buone le voci - ha detto Borrelli -, il soprano è molto bravo, una sorpresa molto positiva ma dall’opera ci si poteva aspettare di più potente e più pepato». Secondo l’ex procuratore capo «la regia è un po’ ingombrante: la cosa bella qui è la musica e la regia ha creato un eccesso di simbolismi che distraggono».
Promossa la protagonista, giudizio sospeso, invece, per la regia. Queste le impressioni dell’ex ministro Lucio Stanca al termine del primo atto dell’opera di Bizet che apre la stagione scaligera. L’amministratore delegato di Expo Spa ha giudicato «ottima» la prestazione di Anita Rachvelishvili, cantante esordiente nei panni di Carmen, aggiungendo di voler attendere gli atti successivi per pronunciarsi sulla regia di Emma Dante.
Bruno Ermolli, uno dei padroni di casa in quanto vicepresidente della Scala, ha detto: «Mi sembra che stia andando tutto bene, che l’opera si stia esprimendo in modo innovativo pur nella tradizione. La regia è forte e innovativa e la musica è fantastica ma a questo ci ha pensato Bizet. I cantanti poi stanno rispondendo secondo le attese». Quanto all’architetto Vittorio Gregotti, ecco le sue osservazioni al termine del secondo atto: «Eccellenti le due voci, sia Carmen che Don Josè sono molto bravi». E sulla regia: «Ci sono un po’ di eccessi, come per far vedere che c’è la regia. Ma, tutto considerato, è uno spettacolo eccellente».
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha commentato: «Molto bella, sulla base delle mie misere competenze, grandi interpreti e grandi voci. Quanto alla regia, io sono convinto che i simboli religiosi vadano usati con il massimo rispetto. Non mi sembravano necessari». L’ex sovrintendente della Scala Carlo Fontana, è stato più indulgente: «Un’opera coraggiosa nonostante qualche ridondanza esplicativa della regia. Non mi ha disturbato, ma c’è tanto. Tipico di quelli che debuttano». Sul tema l’assessore regionale leghista alle Culture, Identità eccetera, Massimo Zanello, ha scelto il sarcasmo: «Quando ci sono i crocifissi siamo contenti. Li abbiamo tolti dalle scuole e li abbiamo messi alla Scala...».
Prima di entrare in sala, l’esponente milanese della Lega Nord Matteo Salvini aveva detto: «Gli zingari che ci piacciono li vediamo stasera sul palco, quelli che ci sono nei campi abusivi ci piacciono un po’ di meno». Al termine del secondo atto ha commentato: «Bella, vivace, brillante e divertente».

E sempre in materia di zingari, Riccardo De Corato, il vicesindaco di Milano con delega alla Sicurezza che ha gestito i recenti sgomberi, ha scherzato così: «Se tutti i rom fossero come Carmen me li sarei portati a casa».

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