Paola Setti
Su tutto si staglia fin troppo regale il principe Alberto II di Monaco, che ieri ha scelto forse il momento peggiore per chiedere al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il sostegno per una linea ad alta velocità sul tracciato Barcellona-Monaco-Genova. Quaggiù, nel mondo fatto di ambientalisti in protesta-pendolari in rivolta-ferrovieri in agitazione, tutto procede come sempre. Solo i sostenitori del Terzo Valico ieri hanno brindato, perché il governo ha stanziato per le Fs un contributo quindicennale di 40 milioni per le linee Milano-Genova e Milano-Verona. Gli altri han proseguito a litigare.
Il tutti contro tutti non sè fatto mancare alcunché. I pendolari alla caccia del treno che non cè e se cè viene soppresso si son visti cancellare sotto il naso 42 dicesi 42 convogli in un sol giorno per lo stato di agitazione dei macchinisti che dal primo dicembre rifiutano di guidare i locomotori dotati del sistema di sicurezza Vacma, il pedale che deve essere premuto ogni 50 secondi. La Regione ha minacciato di denunciare Trenitalia per interruzione di pubblico servizio se oggi nellincontro in Prefettura con i sindacati non verrà decisa una moratoria di almeno un mese nellinstallazione delle macchine con i pedali per trovare un accordo. E a Ventimiglia un centinaio di infuriati ha bloccato alla stazione il treno delle 7.15, comunemente indicato come «trenino degli studenti», diretto a Imperia, per protestare contro la carenza di posti. Se a questultimo problema ha posto rimedio in men che non si dica il deputato di An Giorgio Bornacin, che ha parlato con Vincenzo saccà di Trenitalia portando a casa da domani otto comode carrozze, a tutto il resto pare non vi sia rimedio se non la linea dura. Ieri lassessore regionale ai trasporti Luigi Merlo ne ha dato un assaggino a Trenitalia: «Se nella riunione con il prefetto non prevarrà il buon senso proporrò una denuncia per interruzione di pubblico servizio».
Dal canto suo Merlo ha assaggiato gli strali di Rifondazione. perché in mattinata lassessore aveva preannunciato la denuncia, lasciando intendere che potesse essere rivolta a chi, fra azienda e sindacati, avesse provocato lennesima rottura. Marco Nesci e Giacomo Conti non ci hanno più visto: «Dichiarazioni intollerabili e mal indirizzate». È stata loccasione per ribadire tutto il repertorio: «Garantire modalità di sicurezza non è una illusoria velleità dei lavoratori ma una necessità imprescindibile dal processo di miglioramento della circolazione sulla rete ferroviaria. I treni pieni di pulci e cimici non sono frutto dellagitazione dei ferrovieri ma di una politica fallimentare quale quella della privatizzazione dei trasporti pubblici». Dopo la botta è arrivata la risposta: «Sono stato frainteso - ha giurato Merlo -, Trenitalia è il nostro unico interlocutore ed è verso lazienda che proporrò una denuncia». Spiega lassessore che «a situazione è ormai insostenibile» e che oggi, al vertice cui parteciperà anche lui, si attende segnali positivi dalle parti.
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