Con l’alta velocità Milano «raddoppia»

Per andare a Lione, Zurigo e Basilea basteranno meno di tre ore

Chiara Campo

Sette milioni di abitanti in più; un milione e mezzo di pendolari viaggiando meno di due ore si aggiungeranno a quanti si riversano ogni giorno in città. Le nuove linee ferroviarie dell’alta velocità trasformeranno Milano in una «città allargata», raddoppiando la popolazione, aumentando il suo reddito disponibile fino al 65 per cento (circa 221,6 miliardi di euro) e i consumi annuali di quasi 103 miliardi. La parola d’ordine è saper cogliere le opportunità e non farsi trovare impreparati. Perché in palio c’è una crescita dell’indotto turistico pari a 4.800 milioni di euro all’anno, migliaia di nuovi posti di lavoro, il 40% di pazienti che verranno a farsi curare negli ospedali e centri di ricerca lombardi, il 30% in più di studenti e ricercatori. Ma bisognerà saper fare fronte alla concorrenza, perché i treni superveloci viaggeranno verso, ma anche fuori dalla città. Lo hanno sottolineato la direttrice del Centro di ricerca sui trasporti e infrastrutture dell’Università Carlo Cattaneo Anna Gervasoni e il responsabile dell’area economica Gruppo Clas Roberto Zucchetti, autori della ricerca, presentata ieri alla Camera di commercio, sull’impatto socio-economico che il completamento delle grandi opere ferroviarie avrà sulla città. L’orizzonte di riferimento è vicino: al 2010 mancano 4 anni, ma la maggior parte degli interventi saranno conclusi già entro il 2007. Tra Milano e Novara l’alta velocità è già in funzione, ma dal prossimo anno si arriverà a Torino in 50 minuti, contro gli attuali 130, e diventare più «vicina» di Sondrio. Nel 2008 si raggiungerà Bologna in un’ora, Roma in tre. Non oltre il 2015, per andare a Lione basteranno 170 minuti, per Zurigo due ore, Basilea meno di tre. «Importanti aree metropolitane - spiega Zucchetti - scendono sotto la soglia psicologica delle 3 ore di viaggio, per cui diventa conveniente andare in giornata».
Prendendo ad esempio gli effetti dell’alta velocità in Francia, Spagna e Giappone, la ricerca stima che in Italia lo sviluppo della rete potrebbe sottrarre al traffico aereo circa il 3-11% della domanda. Il flusso del turismo potrebbe crescere di circa il 19%, sorpassato però da una maggiore «concorrenza» (22%) con le altre città rese più vicine dai treni veloci. In città gli effetti dello sviluppo saranno più visibili intorno alla stazione Centrale, Porta Garibaldi e Repubblica, ma anche nei dintorni delle fermate della metropolitana. L’impatto sul valore degli immobili in città invece sarà contenuto, più marcato solo per gli uffici, mentre il valore delle case nel rhodense crescerà di circa il 2%. Il cantiere dell’Alta velocità ha già creato 6.700 posti di lavoro per la costruzione delle linee tra Torino e Bologna. L’allargamento del bacino di utenza a Novara, Vercelli, Torino e Bologna, riverserà invece a Milano un milione e mezzo di lavoratori pendolari, il 40% in più degli attuali. L’afflusso di studenti e ricercatori negli atenei milanesi sarà solo leggermente compensato da circa 5mila universitari «migratori» in più. I pazienti che si faranno curare nella regione passeranno invece da 7,5 a 10,7 milioni all’anno.
«Senza un sistema di trasporti adeguato - afferma il vicepresidente della Camera di commercio, Massimo Sordi - si è come un gigante dai piedi di argilla.

Il miglioramento dell’accessibilità ferroviaria collocherà Milano al centro dell’Europa, e avrà un’importante ricaduta non solo su imprese, turismo, mercato del lavoro e immobiliare, ma anche sulla qualità della vita: risparmiare tempo nel viaggiare ci permetterà di guadagnarne per noi e gli altri».

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