Politica

L’altra Ville Lumière: la Parigi nascosta che nessuno conosce

Giovedì in edicola con il «Giornale» la guida Traveler del National Geographic sulla capitale francese

Roberta Pasero

Da dove cominciare per parlare della città più visitata, più raccontata, più conosciuta al mondo, per parlare in modo insolito di Parigi? Dal sottosuolo, quasi una metropoli parallela che si snoda nelle viscere della metropoli, che si ramifica in trecento chilometri di gallerie sotterranee, tra centinaia di catacombe, di cripte, di nascondigli segreti, persino di un lago sotto l'Opéra e di un rifugio antiatomico sotto la Sorbona e che ha il suo principale e incredibile luogo d'attrazione nella rete fognaria: si percorrono i canali sotterranei, si visita il museo più maleodorante del mondo, si fa il giro delle fogne, uscendo dopo un paio d'ore all'aria aperta guardati con una certa riprovazione dai passanti. È uno dei tanti itinerari proposti dalla guida Traveler di National Geographic che da giovedì 16 marzo i lettori potranno trovare in edicola assieme al nostro quotidiano (a 7.90 euro in più).
Un modo di conoscere anche l'altra Parigi, quella che riesce a sorprendere, a stupire, puntando su tante altre emozioni, descritte in modo puntiglioso, secondo lo stile inconfondibile della prestigiosa e storica società geografica americana, che passa attraverso approfondimenti culturali senza tralasciare la vita quotidiana, che sfiora tutti i tradizionali arrondissement e non dimentica i luoghi simbolo della città, che racconta la città attraverso centonovanta splendide fotografie a colori, planimetrie, disegni esclusivi, cartine pedonali e automobilistiche ma anche con importanti consigli di viaggio spiccioli, compresi il dove e come assistere agli spettacoli di cabaret, gli indirizzi per lo shopping, i tour in autobus, in bicicletta e a piedi, il mini dizionario e la lettura guidata del menu.
Passo per passo girovagando per la Ville Lumière. Universalmente si chiama così, città della luce, anche se per secoli è stata una delle città più buie al mondo. Nel 1318 soltanto tre lampioni illuminavano la Parigi notturna, nella prima metà del sedicesimo secolo i sovrani ordinarono che ogni casa mettesse una candela alla finestra, per evitare che tutte le notti almeno quindici persone venissero uccise, nel 1662 venne adottato un sistema di illuminazione ambulante: alcuni facchini muniti di torce che si facevano pagare a seconda dello strato di cera consumato accompagnavano le persone fin sulla porta di casa, poi a poco a poco si passò ai lampioni a olio e a gas e la luce arrivò a illuminare ogni angolo della metropoli.
Questa e mille altre curiosità accompagnano il lettore in un viaggio che attraversa il vecchio distretto del Quartiere latino, la bohémien Saint Germain, la letteraria Montparnasse, l'artistica Montmartre con la place Tertre, ritrovo di ritrattisti e pittori: qui al ristorante La mere Catherine fu coniata una delle parole più francesi in assoluto, «bistrot», quando i soldati russi durante l'occupazione di Parigi nel 1814 erano soliti battere il pugno sul tavolo urlando proprio «bistro» che in russo significa «in fretta». E poi via via tutti gli altri luoghi imperdibili di Parigi e dintorni, senza dimenticare storie e leggende, di accennare agli amori dei parigini celebri e di ricordare i più famosi ponti che collegano maestosamente la città.
Una città dove il National Geographic ci ricorda che persino i cimiteri possono diventare meta turistica, da quello di Père-Lachaise che ha oltre due milioni di visitatori all'anno in raccoglimento davanti alle tombe delle celebrità, anche di Fréderic Chopin, Oscar Wilde, Jim Morrison, a Montparnasse che custodisce i resti di Charles Baudelaire e Serge Gainsbourg, al camposanto di Montmartre, un tempo riservato ai detenuti. La visita prosegue ai mercati che colorano tanti quartieri, tutti pittoreschi, molti a tema, compreso quelli dedicati ai tessuti e ai prodotti biologici, prima di perdersi nei dintorni della città, magari puntando al futuro, al parc de la Villette con la sua città della scienza, il museo della musica, la foresta di bambù, la grande geode che nasconde un cinema imax.

Qui dove un tempo c'era il mattatoio, in questa terra che non era di nessuno, oggi Parigi pensa al suo domani.

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