Avanti ad oltranza, senza timore alcuno. La posizione è quella di sempre, quella che qualsiasi buon avvocato consiglia: negare, negare sempre. «Sono tranquillo con la mia coscienza, non ho preso nulla». Davide Rebellin ha ribadito con assoluta tranquillità e altrettanta fermezza, al Tg2, la sua posizione in merito alla notizia della positività durante le ultime Olimpiadi che lo hanno visto conquistare una medaglia d'argento che oggi è chiaramente messa in discussione. «Voglio solo dire - ha aggiunto nell'intervista telefonica alla Rai - che vado avanti con tutte le mie forze per dimostrare la mia estraneità e la mia innocenza rispetto a queste accuse. Naturalmente per me è un colpo duro, il ciclismo è la mia vita, è stato la mia vita e non vedo perché dovrei prendere alcune strade per rovinare la mia immagine».
Lo sport nella bufera, il ciclismo di più. Dei sei casi di positività, due sono ciclisti: una buonissima percentuale, no? Uno è Davide Rebellin, laltro il tedesco Stefan Schumacher, positivo anche lui alla Cera, il doping di ultima generazione. Il tedesco, che aveva conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali di Stoccarda nel 2007 (vittoria di Paolo Bettini, ndr), gareggiava per conto della Gerolsteiner, l'ex squadra di Rebellin. Il suo caso è la naturale conseguenza del doping alla Cera scoperto dopo i controlli al Tour de France, corso nelle settimane precedenti i Giochi, e nel quale si era aggiudicato le due cronometro, assieme al compagno di squadra Bernhard Kohl, anche lui fermato per Cera.
Imbarazzante la situazione del ciclismo, imbarazzato il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, che passa direttamente alle scuse. «L'ultima notizia, se confermata, è sconvolgente e quasi incomprensibile per il nome, il contesto e il momento in cui è accaduto. Mi scuso a livello personale e a nome della Federciclismo con gli appassionati e con il movimento sportivo nazionale, anche per i danni di immagine causati da questa brutta pagina», chiosa il presidente. Intanto il Coni ha sospeso con effetto immediato il corridore dal club olimpico e da ogni attività e «ha altresì informato con una lettera il sottosegretario allo Sport, Rocco Crimi, di quanto ricevuto dal Cio, inviandogli una dettagliata relazione», continua la nota. Ma non è finita. «Il procuratore Antidoping, Ettore Torri, ha aperto un'inchiesta e ha disposto la convocazione dell'atleta per lunedì a mezzogiorno negli uffici dello Stadio Olimpico a Roma».
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