L’Ama in anticipo su tutti: niente più documenti di carta

Basta carta, via alla digitalizzazione “spinta”. Basta pile di fogli ingialliti sulle scrivanie degli uffici, sì invece all’uso del computer per tutte le comunicazioni interne. Se il ministro Renato Brunetta ha lanciato la sfida della digitalizzazione entro il 2012 dell’intera pubblica amministrazione, l’Ama sembra non volersi far trovare impreparata e ha lanciato, negli ultimi mesi, numerose iniziative a elevato impatto tecnologico per rendere le procedure più snelle e più celeri. E così, la società che gestisce i servizi di igiene urbana è stata la prima municipalizzata ad avviare la cosiddetta rivoluzione del “free paper”. Un progetto partito il 15 settembre e che prevede la totale digitalizzazione dei processi amministrativi interni, attraverso l’uso di un apposito software e di procedure di firma digitale e posta elettronica certificata. Un elemento quest’ultimo, che consentirà a qualsiasi altra amministrazione dotata dello stesso supporto di comunicare ufficialmente in via digitale con l’azienda, tanto che è stato attivato un “corridoio” anche con il Gabinetto del sindaco Alemanno. L’obiettivo è quello di escludere definitivamente ogni supporto cartaceo e di gestire in modo digitale i documenti, le comunicazioni e le trasmissioni. Con il “free paper”, infatti, gli uffici sono tenuti a trasmettere la corrispondenza interna istituzionale esclusivamente in via telematica, sostituendo la firma calligrafica con quella digitale. La corrispondenza cartacea fra direzioni non è più ammessa neppure quando si tratta di documenti provenienti dall’esterno, che quando arrivano devono essere scansionati prima di poter essere diffusi all’interno dell’azienda. Molto contenuti i costi dell’iniziativa: per realizzare il sistema sono stati sufficienti appena quattro mesi e una spesa di circa 30mila euro, a fronte dei 250mila delle attuali quotazioni di mercato per progetti analoghi. Senza contare che il “free paper” è stato ideato e realizzato da professionisti interni all’azienda di via Calderon de la Barca, con un evidente risparmio di tempo e di denaro. Per raggiungere l’obiettivo sono state coinvolte circa 200 persone (tra dirigenti e segreterie), in corsi di formazione. Entro il primo semestre del 2010 ogni dirigente avrà un suo palmare con cui potrà analizzare, assegnare e firmare qualsiasi documento anche a distanza. In prospettiva, il progetto consentirà inoltre di ottenere un archivio completamente digitale.
Il futuro dell’Ama sembra insomma passare attraverso le nuove tecnologie: basti pensare al sistema “Rad” per la rilevazione delle aree di degrado che utilizza la tecnologia di “Google Earth”, dove vengono caricate le immagini contenute in un software appositamente realizzato. Partito nel febbraio 2009, costato 20mila euro (contro i 180mila richiesti dal mercato) e realizzato esclusivamente con risorse interne, il “Rad” ha permesso di individuare ben 922 discariche abusive (dati di settembre 2009), un terzo delle quali sanate.

Un risultato che ha attirato l’attenzione dell'Ufficio diretto dal generale Mario Mori, che ha sottoscritto un accordo con Ama che permetterà, oltre agli interventi sulle aree particolarmente degradate, anche il successivo monitoraggio per contrastare il fenomeno delle “discariche abituali”.

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