Roma Amareggiato, distrutto. Sul neo governatore della Campania Stefano Caldoro si sono abbattute come un terremoto le notizie sulle intercettazioni della Procura di Roma che rivelano un complotto contro di lui per impedirgli di candidarsi per il Pdl in primavera al posto del coordinatore regionale del partito e sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. Soprattutto, perché parlano di un dossier non si sa quanto fondato su sue frequentazioni con trans. Una storia alla Marrazzo, insomma, che potrebbe essere stata creata ad arte solo per screditare il candidato.
Finora Caldoro non ha voluto commentare, dicendosi fiducioso nel lavoro della magistratura, ma avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori di essere a pezzi. Ha comunque seguito la sua agenda, come se nulla fosse, con una serie di incontri per questioni legate all’agricoltura e allo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco.
Ma oggi dovrebbe rompere il silenzio e presentarsi ad una conferenza stampa, per rispondere in qualche modo al vortice di dicerie e illazioni infamanti. Per scrollarsi il fango di dosso, insomma. Nella stessa giornata si attendono le dimissioni di uno dei protagonisti della squallida vicenda, l’attuale assessore regionale all’Avvocatura Ernesto Sica, anche lui esponente del Pdl. A chiederle a gran voce è il vicepresidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, che vuole anche un «passo indietro dello stesso Cosentino, e Mario Landolfi, vicecoordinatore vicario del Pdl in Campania». Sica dal canto suo rivendica la sua «estranità ai fatti» ma dà la sua «totale disponibilità a consegnare le dimissioni». Insomma, è pronto al passo indietro.
Passo indietro richiesto anche dal leader dell’opposizione, Vincenzo De Luca. Lo sfidante di Caldoro alle elezioni ieri ha deciso di dimettersi dall’incarico nel consiglio regionale, scegliendo di rimanere primo cittadino di Salerno. Spiega che era a conoscenza da tempo del dossier fatto circolare dal faccendiere Flavio Carboni, con gli altri due arrestati nell’inchiesta sull’eolico: l’ex esponente della Dc campana Pasquale Lombardi e l’imprenditore napoletano, Arcangelo Martino (ai pm romani ieri Carboni ha negato di aver svolto attività illecite per screditare la candidatura di Caldoro). De Luca dice di aver ricevuto i documenti in forma anonima prima e durante la campagna elettorale. «Ma non ne ho fatto uso - dice - perché prima siamo uomini e a Caldoro va tutta la mia solidarietà».
Messaggi di solidarietà ne arrivano tanti al presidente della Regione Campania, dal centrodestra ma anche dal centrosinistra. Il primo è di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ricorda il «totale sostegno» dato da Berlusconi alla candidatura di Caldoro. Sempre dalla maggioranza solidarizzano con Caldoro il ministro Gianfranco Rotondi, il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, il presidente della Provincia di Avellino Cosimo Sibilia e il deputato Amedeo Laboccetta, che dice: «Caldoro è partito alla grande, nonostante la pesante eredità della gestione criminale della Regione lasciata dal suo predecessore. Non ci fermeremo».
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