L’Amsa si «tuffa» in piscina: pulirà gli impianti della città

Caldo e afa sono da sempre i veri nemici di chi è costretto a passare l’estate in città. E come di consueto, con l’arrivo della bella stagione, i milanesi si riversano nelle piscine di Milano alla ricerca di qualche momento di ristoro.
Dall’apertura degli impianti sportivi e balneari di Milanosport, però, i milanesi hanno trovato una piacevole sorpresa: grazie all’accordo stipulato da Amsa e Milanosport, i centri di Lido, Saini, Crespi, Fossati, XXV Aprile, Scarioni, Argelati e Romano saranno oggetto di costanti interventi di pulizia e mantenimento per i prossimi 5 anni. Ad impressionare maggiormente sono i numeri dell’operazione: due spazzatrici saranno impegnate nella pulizia di 83mila mq di vialetti e parcheggi, sei motocarri interverranno su 150mila mq di aree pedonali, due autocarri manterranno in ordine 21mila mq di aiuole mentre un’idropulitrice a caldo si occuperà della pulizia di 15mila mq di fondi piscine e bordi vasca. Le operazioni si svolgeranno nelle prime ore del mattino fino all’apertura al pubblico, in modo da consegnare ai cittadini impianti in ordine e risolvendo eventuali problemi legati a fenomeni atmosferici notturni.
«Oltre ad andare incontro ad una esplicita richiesta del sindaco Moratti che più volte ha auspicato maggiori sinergie tra le aziende municipalizzate milanesi - il commento dell’ad di Amsa Carlo Petra - questa operazione vuole essere anche una scommessa: una scommessa sui giovani perché prendano d’esempio questi comportamenti virtuosi». Perché fare pulizia sistematica significa, oltretutto, educare a mantenere puliti gli ambienti in cui si vive e contemporaneamente prevenire nuove azioni «poco edificanti»: ed è su questo punto che Milanosport ed Amsa vogliono puntare decisi. «Quando ero assessore all’Idroscalo - ricorda Cesare Cadeo, ora presidente di Milanosport - decisi di far mettere delle aiuole con dei fiori. Nella notte furono tutti strappati.

La mattina dopo - prosegue Cadeo - li feci ripiantare. E così per diversi giorni». Il risultato? «Dopo un mese - conclude soddisfatto Cadeo - nessuno si avvicinò più alle aiuole». Un racconto che vale più di mille parole.

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