L’analisi Washington e Seul temono il «primo colpo» della Corea del Nord

La strategia del primo colpo, sferrato con migliaia di cannoni e lanciarazzi: questa è la minaccia militare nordcoreana che a Seul e a Washington temono davvero, mentre l'intelligence conferma che ci vorranno anni di sforzi e investimenti affinché il regime di Pyongyang possa realizzare armi nucleari davvero impiegabili in un conflitto.
Se i satelliti spia cercano di capire se la Corea del Nord ha intenzione di effettuare un nuovo lancio di un missile balistico Taepo Dong-2, i comandanti delle forze di Seul e i generali statunitensi alla guida della 8ª Armata hanno alzato la guardia (i sudcoreani sono a Watchcon II, il secondo di 5 livelli di prontezza) e raccomandato ai propri uomini di usare tutte le cautele prima di rispondere con le armi ad eventuali sconfinamenti, provocazioni, incidenti.
Perché in questa fase un fiammifero può scatenare un incendio. Le intenzioni e le reazioni della leadership nordcoreana sono difficilmente prevedibili e il rischio che un evento minore possa dare il via ad una guerra è più che concreto. Lo conferma il dibattito in corso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti sull'inasprimento delle sanzioni nei confronti della Corea, che gli Usa vogliono includa il diritto di ispezionare in alto mare le navi nordcoreane, per verificare che con trasportino materiale militare connesso ai programmi missilistici e nucleari. Pyongyang ha detto che considererà atto di guerra qualunque ispezione e all'Onu in molti ci credono.
La Corea del Nord in realtà non ha uno strumento militare con consistenza, armamenti, addestramento e capacità tali da impensierire gli avversari. Le forze armate di Pyongyang sono ancora basate sui concetti di esercito popolare di massa ereditati dalla Cina maoista. La mancanza di risorse economiche e del sostegno di una vera potenza ha costretto la Corea del Nord ad una penosa autarchia. Perciò anche se i numeri, sulla carta, sono imponenti, con 1,15 milioni di uomini in armi, con servizio obbligatorio della durata di 3 anni in aeronautica, 5 anni nell'esercito e fino a 10 anni in marina, le capacità belliche sono modeste. Il più piccolo, agguerrito e tecnologico strumento militare di Seul, appoggiato da 28.500 soldati americani, è nettamente superiore. Però i nordcoreani hanno un mostruoso arsenale di cannoni, lanciarazzi e missili balistici tattici, comprendente quasi 6.000 sistemi d'arma. Buona parte di questi è a lunga gittata ed è protetta in ricoveri in caverna, gallerie e bunker realizzati a ridosso del confine.

Basta uno sguardo alla carta geografica per comprendere come questa concentrazione di armi possa rovesciare sulla Corea del Sud e sulla sua capitale Seul un bombardamento micidiale. Non a caso gli Stati Uniti hanno spostato le proprie truppe, un tempo a nord di Seul, a sud della capitale, ufficialmente per sistemarle in nuove basi, in realtà per sottrarle agli effetti del primo colpo nordcoreano.

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