L’ANGELO CHE FA VOLARE GENOVA

Nelle prossime settimane chiunque, da Time al giornalino parrocchiale, si sentirà in diritto e in dovere di dare pagelle e di eleggere l’uomo dell’anno. Ci va già bene che quelli del millennio e del secolo li abbiamo esauriti tutti fra il 1999 e il 2000, altrimenti avremmo pure quelli.
Dal canto nostro, ci siamo sempre trattenuti. Ma, quest’anno, non ce la facciamo. Soprattutto, pensando che sugli altri giornali - praticamente a testate unificate - il premio lo vincerà Marta Vincenzi, come primo sindaco donna della storia di Genova.
Ecco, io non penso che il genovese dell’anno non sia Marta Vincenzi. E nemmeno altri che, pure, lo meriterebbero: Franco Henriquet, santo laico che è stato assolto da un’accusa offensiva nei suoi confronti; Francesco Lalla, il procuratore di Genova che ha avuto il coraggio di sfidare tutto e tutti per arrivare a questa assoluzione; Marco Devoto, giudice del processo contro coloro che devastarono Genova durante il G8, Anna Canepa e Andrea Canciani, pm dello stesso processo, che hanno firmato una sentenza e una requisitoria che fanno onore alla giustizia e ci ridonano fiducia nella magistratura, giudicando i singoli, esaminando ogni posizione e ragionando sui fatti, non sulla politica. Oppure, in altri campi, Giovanni Berneschi e Flavio Repetto, che ottengono successi nella banca e nella Fondazione Carige; Duccio Garrone e Enrico Preziosi, che hanno riportato il derby di A a Genova; Walter Mazzarri e Giampiero Gasperini, che ci hanno insegnato a riassaporare la bellezza del calcio dopo anni di novellini e vavassori, rigorosamente con la minuscola; Gennaro Di Benedetto e Vincenzo Spera, peraltro neopapà (quindi avrebbe anche un titolo di merito ulteriore), che insistono nel fare cultura a Genova...
Si potrebbe continuare, ma c’è un genovese che va oltre. Oltre tutti. Ed è Angelo Bagnasco, cardinale di Genova, ma sempre e comunque «don Angelo». Don Angelo nel senso della dolcezza, dell’umiltà, della capacità di essere sempre e comunque se stesso, anche con la porpora e le cariche davanti al nome. Monsignor Bagnasco-don Angelo è sicuramente la personalità più significativa della scena genovese. E, sia ben chiaro, parlo nel senso laico della parola.
Come cattolico, è chiaro: ci troviamo di fronte a un pastore vero, a un vescovo che gira 250 (duecentocinquanta) parrocchie o giù di lì in tre anni, che non trascura nessuna delle realtà della sua diocesi, nemmeno le più piccole, che sa parlare genovese e che parla genovese dove serve una parola più semplice.

Ma, per l’appunto, come laico Bagnasco è anche il filosofo più profondo di Genova, quello che sa usare la forza della ragione abbinata alla fede, l’uomo di cultura più forte.
Genova, finalmente, ha un intellettuale. Basta ascoltarlo, basta accorgersene.

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