«L’anima sociale della destra decisiva nelle roccheforti rosse»

RomaLuca Romagnoli, le regionali si avvicinano: dove arderà la sua Fiamma?
«La Fiamma tricolore-Destra sociale appoggerà il Pdl ovunque sia possibile, coerentemente con quanto deciso all’ultimo congresso».
Scelta condivisa da tutto il partito?
«A eccezione di una piccolissima minoranza».
Motivi strategici o politici?
«Entrambi: ma soprattutto non voglio essere responsabile, seppur indirettamente, della vittoria delle sinistre».
Ma quanto pesate?
«In Lazio abbiamo circa 30mila voti, in Puglia e in Campania 21mila e in Calabria 10mila».
Una fiammella?
«Forse. Ma per quanto piccola in grado di bruciare gli avversari in molte zone: non ci sono più le roccheforti rosse e con un pugno di voti in più si possono strappare Regioni come l’Umbria o la Toscana».
Dove potreste essere determinanti?
«In Lazio, Puglia, Campania, Piemonte, Liguria e Calabria».
Dico Fiamma e lei ci aggiunge subito «Destra sociale». Perché?
«Perché noi siamo l’anima sociale della destra. C’è la destra liberale, quella liberista e quella conservatrice. Noi siamo la componente sociale».
Che è il volto della destra estrema?
«No, non siamo destra estrema. Non facciamo battaglie ideologiche, nazionaliste, men che meno antisemite o razziste. Siamo soltanto attenti al sociale».
Cioè anti-liberisti?
«Che non vuol dire essere contro il libero mercato: concorrenza sì ma non scorretta. Siamo alfieri degli interessi della piccola impresa, degli artigiani, di chi produce lavoro e ricchezza ma è rimasto schiacciato dagli effetti negativi della globalizzazione».
L’economia sociale di mercato di Tremonti.
«Il quale ha parlato, come la Marcegaglia, di divisione degli utili d’impresa. Bene, noi vorremmo fare un passo in più: partecipazione dei lavoratori anche alle sorti dell’impresa, non solo agli utili».
È il motivo principale per cui le piace la sindacalista Polverini in Lazio?
«Come qualsiasi altra candidatura metta al centro l’interesse sociale. Formigoni, per esempio, ha fatto benissimo in Lombardia».
La Destra di Storace, il Movimento per l’Italia della Santanchè, Forza Nuova di Fiore: alcuni elettori della vostra area si chiedono come mai non vi unite.
«È possibile unirsi: basta capire che siamo nel 2010 e che occorre guardare avanti».
E chi guarda indietro?
«Forza nuova: un movimento troppo ancorato alle ideologie, con tendenze a un confessionalismo esasperato».
La Santanchè?
«Ecco, a lei mi sento vicino. La stimo, è preparata, in gamba, non parla mai a vanvera».
Storace?
«In passato non ci siamo trovati su un problema di fondo: che tipo di destra vuol fare?».


Molti cavalli di battaglia della destra ora li cavalca la Lega: condivide?
«Certo: sono credibili ma soprattutto coerenti, specie sull’immigrazione».
Mentre Fini?
«Sulla cittadinanza mi ha sorpreso. Ultimamente non dice molte cose di destra».
Ha tradito?
«Ha cambiato idea: capita. Lo rispetto ma mi piace molto meno di prima».

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