Dopo l’annuncio Elkann-Murdoch

Il giorno dopo il grande annuncio è anche il giorno dei primi contatti. Gli uomini della Exor, la holding finanziaria della famiglia Agnelli presieduta da John Elkann, e quelli della News Corporation di Rupert Murdoch, nello specifico il figlio James, sono al lavoro per sondare il terreno direttamente con gli attori di questo sport: i team.
Sono infatti le squadre lo scoglio da superare, perché solo dopo aver ottenuto il loro ok al progetto, il consorzio Exor-Newsco potrà diventare realtà ed elaborare un’offerta da presentare alla Cvc, il fondo che possiede i diritti della F1 e che ne ha affidato la gestione a Ecclestone. Il grande vecchio del Circus possiede circa il 15% del pacchetto ceduto proprio alla Cvc nel 2005 per 2,5 miliardi di dollari. Questo per dire che di soldi il consorzio ne dovrà trovare molti visto che sarà necessario convincere mister E. e lo stesso fondo soddisfatto delle entrate che gli frutta il ricco business (oltre un miliardo di dollari) che poggia su una miriade di contratti a lunga scadenza (si pensi solo a quelli con gli autodromi). Di più: sembra che nel recente passato Ecclestone avesse rifiutato offerte nell’ordine di 3-5 miliardi. E che la partita sia lunga, lo dimostra il comunicato con cui ieri Cvc ha confermato «di essere stata recentemente avvicinata» dal consorzio Exor-News Corporation. «James Murdoch (direttore esecutivo di News Corp, ndr) - si legge - ci ha informato che l’approccio è amichevole, un passaggio molto preliminare, riconoscendo che la F1 non è per il momento in vendita».
Tornando alle squadre, è ipotizzabile che, scontata l’adesione della Ferrari di proprietà Fiat (Maranello ieri ha solo ribadito la «necessità di assicurare alla F1 stabilità e sviluppo a lungo termine»), possano valutare positivamente l’iniziativa altri top team come McLaren, Red Bull e ovviamente la Mercedes. Non solo. Prevedibile l’ok della Sauber sponsorizzata dal miliardario messicano - e potenziale primo aderente al consorzio - Carlos Slim. Tutto questo fermo restando il soddisfacimento di due requisiti base. Il primo: ottenere la garanzia che ogni decisione tecnico-sportiva (fermi restando i poteri della Fia) verrà comunque presa collegialmente (così da sgombrare il dubbio di favoritismi per la Ferrari); il secondo: guadagnare più dei 400 milioni di euro spartiti nel 2010, vedendo assicurata al contempo la copertura tv (che non dovrà essere criptata) così da invogliare gli sponsor a investire. Non a caso, ieri sera, Ron Dennis, patron del McLaren Group, ha messo le mani avanti sottolineando un paio di cosette.

La prima riguarda la copertura tv: «Ci dovranno pesantemente (cioè con tanti soldi, ndr) convincere a sostenere un consorzio che potrebbe non basarsi sulla tv in chiaro» (visto che Sky è di Newsco); la seconda richiama il conflitto d’interessi della Ferrari posseduta da Fiat e quindi da Exor: «Sarebbe come se chi ha una squadra di calcio investisse nella lega».

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