di Oscar Eleni
A quarantanni vuole occuparsi anche dell'anima degli altri dopo aver dedicato troppo tempo alla scoperta della sua quando in tanti gli dicevano quello che Clark Gable sussurrò a Vivien Leigh in Via col vento: «Abbiamo fatto di tutto per non capirci».
Per la verità lo capivano benissimo gli avversari, quando lui segnava a ripetizione, detiene il record di 87 punti realizzati un partita quella del 26 gennaio 1995 contro Udine, hanno fatto un po' più di fatica quelli che giocavano con lui e per lui, un uomo esigente con se stesso, più Goya che Van Gogh, più Warren Beatty che Paul Verlaine, tutti grandissimi nati il 30 marzo, come lui, sotto il segno dell'Ariete, anche se spesso in lui trovavi le contraddizioni del poeta maledetto francese, un disordine interiore che ha risolto dedicandosi a Dio e una dolcezza di sentimenti che facevi fatica a capire perché gli piaceva fare le cose soltanto a modo suo, individualista di talento in uno sport di squadra.
Carlton Myers ha segnato tanto, oltre 12000 punti, non ha vinto tutto quello che desiderava anche se ha fatto davvero storia soprattutto con la maglia della Fortitudo nel periodo aureo della proprietà di Giorgio Seragnoli che amava alla follia questo energico sognatore, sempre troppo isolato e un po' ribelle: uno scudetto nel 2000 con la magica maglia numero 10 delle Effe , tante, troppe finali andate male, una coppa Italia sempre a Bologna, due supercoppe, nel 1998 per la società dove ha giocato per sette anni, l'altra con Siena nel 2004 dove era andato per giocare in tutto 27 partite dopo tre stagioni a Roma, prima della breve parentesi spagnola a Valladolid (2005, 7 presenze), prima del ritorno del 2005 nella regno di Pesaro, 115 partite sempre alla ribalta fino al 2009, dove giocò anche dal '92 al '94. Chiusura con Rimini, il suo rifugio: là era nato nelle giovanili, nel Borgo ha chiuso giocando per i Crabs.
Con la Nazionale, 131 presenze 1825 punti, ha sofferto, ma anche vinto. Esordio a Trieste il 28 maggio 1992, segnando 16 punti alla Spagna, europeo del 1993 con allenatore Ettore Messina che quasi lo tormentava più come allenatore, anche se fu il primo nelle marcature e negli assist, che come avversario sulla panchina della Virtus visto che in un derby, quello del 29 aprile '97, gli segnò ben 44 punti, un altro record. Fecero quasi la pace con la medaglia d'argento agli europei di Barcellona 4 anni dopo, ma la vera apoteosi per re Carlton fu il campionato continentale del 1999 dove l'Italia di Tanjevic vinse l'oro esplorando proprio la difficoltà di questo ragazzo, nato a Londra nel 1971 da un sassofonista caraibico di Vincent e da madre cresciuta ai confini fra Marche e Romagna, a sopportare l'eccessivo contatto sociale.
Portabandiera italiano alle Olimpiadi di Sydney, un momento speciale della sua vita sportiva, anche se poi il campo gli negò una medaglia che quella squadra avrebbe meritato di vincere se non ci fossero state interferenze iniziate proprio il giorno della sfilata, capo giocatore come diceva Boscia, pieno di tormenti e di slanci non sempre compresi.
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