Un albo per qualificare le botteghe storiche della città. Quelle che si tramandano da generazioni, quelle dai cui muri si ricostruisce la storia di Genova, di un suo quartiere o anche sola di una via. Dalla sartoria, al droghiere, dalla farmacia alla vecchia arte del trippaio quando la tradizione diventa anche richiamo turistico per riempire il bouquet da proporre a chi arriva a visitare la città. Una promozione sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali attraverso le Sopraintendenza della Liguria e lassessorato al commercio del Comune di Genova con la collaborazione della Camera di Commercio con lassessore Gianni Vassallo a fare da trait dunion al piano: «Sfruttiamo una legge regionale che risale al 2002 ma è stata attuata solo a partire dal 2006 - racconta Gianni Vassallo -: la Regione dice che esercizi commerciali con una certa anzianità sono catalogabili come botteghe storiche senza però spiegare quali caratteristiche debbano avere. Noi abbiamo colmato questo vuoto stabilendo con quali ingredienti un negozio possa diventare bottega». Un primo passo, quello dellistituzione dellalbo, per poi creare dei percorsi che possano incentivare i commercianti a proseguire con le loro attività mantenendone lo splendore dei vecchi tempi: «Con questo sistema possiamo catalogare le aziende e procedere a bandi per promuovere queste realtà anche con sgravi fiscali o progetti specifici» prosegue lassessore comunale.
Per entrare nellalbo bisognerà avere almeno 70 anni di anzianità e possedere alcuni tracce essenziali: gli elementi architettonici come insegne di vetrine, ingressi, pavimenti, rivestimenti o banconi; gli arredi come porte, armadi, banconi in legno, sedie e specchiere; le attrezzature cioè gli strumenti utilizzati per la lavorazione dei prodotti.
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