Dagli architetti agli avvocati, dai farmacisti ai geometri, giornalisti, ingegneri, medici e odontoiatri, per finire con notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti e consulenti del lavoro: per lAntitrust sono vere e proprie «caste», favorite da una regolamentazione normativa, unica in Europa, che attribuisce loro ingiustificati privilegi. È laccusa con cui lAutorità guidata da Antonio Catricalà conclude lindagine conoscitiva su 13 ordini professionali, avviata a gennaio 2007 e da cui «emerge una scarsa propensione delle categorie, sia pur con positive eccezioni, ad accogliere nei codici deontologici quelle innovazioni necessarie per aumentare la spinta competitiva». Anzi, «la liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari - si legge nelle conclusioni - non sono state colte come importanti opportunità di crescita ma come un ostacolo allo svolgimento della professione». Per lAntitrust insomma «il settore dei servizi professionali non può sottrarsi ai principi concorrenziali più volte ribaditi anche a livello comunitario» e auspica che gli Ordini si mettano in riga.
Nellottica di favorire la più ampia liberalizzazione dei servizi professionali occorre, sostiene il Garante, «prevedere percorsi più agevoli di accesso alle professioni e un sistema degli Ordini aperto alle rappresentanze di soggetti terzi per meglio svolgere il necessario ruolo di raccordo tra professionisti e utenti dei servizi professionali. È dunque auspicabile che il legislatore preveda, a seconda delle circostanze, listituzione di corsi universitari che consentano di conseguire direttamente labilitazione allesercizio della professione». Da qui lauspicio di un intervento del legislatore volto a emendare la legge Bersani, prevedendo: labolizione delle tariffe minime o fisse; labrogazione del potere di verifica della trasparenza e veridicità della pubblicità esercitabile dagli Ordini; listituzione di lauree abilitanti; lo svolgimento del tirocinio durante il corso di studio; la presenza di soggetti «terzi» negli organi di governo degli Ordini. LAntitrust rileva, però, che alcuni Ordini (geometri, dottori commercialisti, periti industriali e farmacisti), «hanno adeguato i loro codici deontologici in materia di determinazione del compenso professionale ai principi concorrenziali».
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