L’Antitrust striglia banche e assicurazioni «Basta con i cartelli»

da Roma

Una reprimenda al sistema bancario su portabilità dei mutui, commissione di massimo scoperto e potenziali conflitti interesse. E un convinto plauso al governo Berlusconi per le «rilevanti» misure pro-liberalizzazioni introdotte con la manovra triennale. Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nella relazione annuale ha tratteggiato un ritratto in chiaroscuro del mercato italiano nel 2007.
Cartelli. «I nostri ex monopolisti - ha detto Catricalà riferendosi a gruppi che in passato erano i soli operatori di un settore come Telecom ed Enel - talvolta cedono a tentazioni di ripristino delle originarie esclusive. Ai vecchi si aggiungono i nuovi monopoli locali, protetti da irragionevoli privilegi. I cartelli non sono peccati veniali, sono gravi misfatti contro la società perché corrompono la libera competizione delle forze economiche». E gli esempi presentati non sono incoraggianti: pane, pasta e cosmetici sono prodotti nel quale le dinamiche di prezzo non si sono sviluppare liberamente.
Massimo scoperto. Il settore bancario non è esente da colpe per la pratica di alcuni comportamenti non ritenuti in linea dall’Authority, come l’applicazione della commissione di massimo scoperto già criticata dallo stesso governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Per Catricalà si tratta di una «prassi iniqua e penalizzante per i risparmiatori e per le imprese» che «deve essere abolita». Non va meglio sul versante mutui. «Molte banche si sono ostinatamente attardate in una prassi che riteniamo elusiva della legge che impone la portabilità dei mutui senza oneri per i risparmiatori, così da costringerci ad aprire ben 23 istruttorie».
Trasparenza. Nel settore delle banche e delle assicurazioni vi sono troppi legami tra concorrenti. L’indagine sul governo societario del comparto avviata dall’Antitrust ha rilevato che il 45% degli istituti quotati annovera tra i propri soci imprese concorrenti e l’80% conta all’interno degli organi di amministrazione persone presenti contemporaneamente nelle strutture dei competitori. «C’è un caso di impresa con ben 13 persone e un altro con 10 che siedono anche in organi di governo di altre società del settore», ha rimarcato Catricalà riferendosi a Generali e a Mediobanca.
Repliche. Le banche «non saranno insensibili al grido di dolore» che si è sollevato sul tema delle commissioni di massimo scoperto. Il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Corrado Faissola, ha citato Carlo Alberto per evidenziare come le sollecitazioni di Antitrust e Bankitalia siano tenute in debito conto. Allo stesso modo, il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, si è limitato a un laconico quanto incisivo «Credo che ci penseremo».
Governo ok. Particolare apprezzamento è stato espresso nei confronti del governo che nell’ambito della manovra triennale ha adottato «rilevanti misure di interesse» in tema di servizi pubblici locali, riduzione dei controlli burocratici e snellimento del processo civile». Un accento è stato posto sul rinvio al 2009 dell’entrata in vigore dell’istituto della class action, l’azione collettiva di risarcimento.

Catricalà ha espresso il timore che si possano «disattendere le speranze di migliaia di persone». Il ministro dello sviluppo Scajola ha osservato che l’esecutivo terrà conto «delle utili valutazioni e degli stimoli dell’Antitrust che appaiono in linea con quanto realizzato dal governo».

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