«Chi non vota poi non può lamentarsi se qualche cosa non funziona». La lezione sui doveri della democrazia arriva da Silvio Berlusconi, ai microfoni di Odeon tv per parlare del ballottaggio di domenica in Provincia. La sfida tra Guido Podestà e Filippo Penati si gioca sul numero di elettori che decideranno di andare al seggio. Per mobilitarli scendono in campo i big di Pdl e Pd, Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema.
Segnale chiaro che la battaglia per Palazzo Isimbardi è ritenuta decisiva anche a livello nazionale. «Tra Podestà e Penati è un testa a testa, una sfida aperta» azzarda l’ex ministro degli Esteri, che ha partecipato a una serie di incontri elettorali a Milano.
Ed ecco l’appello del premier: «Invito tutti i milanesi ad andare a votare perché tutti i voti sono importanti - l’appello del premier -. Invito anche chi ha votato la sinistra al primo turno a votare questa volta Podestà, dopo aver fatto una riflessione su questa sinistra». Quanto al primo turno, «solo per un soffio abbiamo mancato il risultato - aggiunge Berlusconi - ma non ho dubbi né timori che vinceremo e Guido Podestà». Anche perché «il candidato del Pdl ha convinto l’Udc, che si è unita a noi».
Berlusconi ricorda i motivi per andare al voto e sottolinea le inefficienze dell’amministrazione Penati («in questi cinque anni ha bloccato tutte le grandi opere necessarie al Nord come la pedemontana, la tangenziale esterna e la BrebeMi»). Attacca la squadra voluta da Penati: «La sinistra ha messo in campo tutti mestieranti, professionisti della politica, cioè quelle persone che si mettono lì, si siedono su una sedia e che profittano dei privilegi di questa posizione e ne fanno approfittare dalle loro clientele. Noi abbiamo messo in campo, con gli uomini che mi ha indicato Podestà e con lo stesso Podestà, una squadra di uomini che viene dalla trincea del lavoro». Insiste: «La Provincia di Milano ritorni in sintonia con il Comune, con la Regione Lombardia e con il governo nazionale perché questo essere fuori dal coro ha fatto sì che troppe opere si fermassero». D’Alema fa l’elogio del dissenso («una voce diversa da Regione e Comune aiuterebbe tutti gli amministratori») e lancia l’allarme Carroccio. «L’avanzata della Lega al Nord è un dato a mio avviso preoccupante. La Lega ha una forte capacità di raccogliere e fare proprie le istanze del territorio, ma mi sembra che poi non abbia altrettante capacità di tradurle in azioni politiche concrete» dice l’uomo che ha definito il partito di Bossi «una costola della sinistra». L’astensionismo sarà determinante nel decidere le sorti del ballottaggio ed è il nemico principale di Pdl e Lega. Secondo analisi e sondaggi elettorali, la percentuale di chi nel centrodestra potrebbe non andare a votare si aggira intorno al 25 per cento, contro il 5 per cento del centrosinistra. Insomma, nonostante i dieci punti di vantaggio ottenuti da Guido Podestà al primo turno, l’esito del confronto mantiene ampi margini di incertezza. Una delle incognite riguardava la Lega. «I nostri elettori tutt’al più sono al parco di Monza o sul Ticino, il problema sono quelli del Pdl, che magari vanno alle Maldive e non tornano certo per votare» ironizzava nei giorni scorsi il segretario cittadino del Carroccio, Matteo Salvini. Podestà è andato in trasferta a Pontida col fazzoletto verde al collo per confermare la sintonia con i lumbard. Decisione che evidentemente preoccupa D’Alema. «L’ho visto a Pontida curiosamente travisato in panni leghisti. Lo ha dovuto fare e non lo invidio, sapendo che è una persona moderata» osserva sarcastico. Berlusconi entra poi nel dettaglio dei programmi milanesi.
«Con Podestà la prima cosa che faremo sarà quella di togliere l’amianto in tutte le scuole della provincia di Milano, per il bene dei nostri figli» annuncia il presidente del consiglio. E ricorda: «Abbiamo vinto in tutte e 5 le circoscrizioni del nostro Paese e a Milano siamo vicini al 50 per cento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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