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L’arbitro Fandel attacca Poulsen «Un tipo brutale»

da Copenaghen

Dalla finale di Champions League al giorno più nero del calcio danese, per dirla con i giornali di Copenaghen: l’arbitro tedesco Herbert Fandel in un mese ha scoperto il bello e il brutto del calcio. Dallo splendore di una finale all’aggresione subita da un tifoso danese, residente in Svezia che lo ha colpito nel momento in cui l’arbitro aveva assegnato un rigore agli ospiti. Tutto per colpa di Poulsen, vecchia conoscenza del calcio italiano: ricordate lo sputo di Totti indirizzato al truculento danese durante la sfida di Euro 2004?
Poulsen non è proprio un tipo dalla fedina calcistica linda e stavolta ne ha combinata un’altra: colpo proibito in area a Rosenberg, l’arbitro non vede, uno dei suoi collaboratori segnala il fattaccio. Fandel non è stato tenero con il giocatore: «Gli ha dato un pugno allo stomaco e non posso comprendere perchè un giocatore debba comportarsi così. In una partita che fino a quel momento era stato un festival di bel gioco e calcio offensivo, non si può non punire giocatore brutali come Poulsen».
Difficile ascoltare un giudizio così duro e sincero da parte di un arbitro, ma stavolta lo spavento ha fatto la sua parte. «Quarantaduemila spettatori sono stati testimoni del giorno più nero del calcio danese», ha scritto il Jyllands - Posten raccontando della sospensione della sfida avvenuta all’89’ per l’invasione di campo del tifoso, che poi è andato a colpire l’arbitro. «Dopo l’aggressione c’è voluto qualche istante per riprendermi», ha raccontato Fandel. «Poi ho deciso che l’incontro era finito, perchè così avrei denunciato questo tipo di violenze».
Molta costernazione in Danimarca, diverse critiche all’organizzazione per le condizioni di sicurezza dello stadio di Copenaghen. Il segretario generale della federcalcio Jim Hansen, che è pure membro della commissione disciplinare Uefa, ha fatto sapere che il suo ente non si appellerà se la confederazione assegnerà alla Svezia la vittoria (3-0) a tavolino. Il racconto dell’arbitro è stato molto preciso: «C’era un uomo che già sugli spalti aveva creato problemi agli addetti all’ordine. Poi è riuscito a entrare, si è diretto verso di me: mi ha preso per la gola prima che due giocatori danesi lo bloccassero. Quando uno vede cose del genere si fa delle domande.

Ma io sono un uomo di sport e lo resterò ancora per qualche anno».

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