Dario Vassallo
da Genova
Tra i tanti modi che si possono trovare per ricordare Italo Calvino nel ventennale della scomparsa, uno dei più insoliti ed eccentrici è certamente quello scelto dal Teatro dellArchivolto di Genova che da molto tempo ormai lo ha eletto a proprio nume tutelare, insieme con un pugno di autori - Altan, Pennac, Benni - che curiosamente ha deciso di tornare a frequentare in questa stagione, alla proustiana ricerca del tempo perduto.
Uno spettacolo, certo, ma molto particolare, tanto da essere inserito allinterno del programma del Festival della scienza che si è appena aperto a Genova. Perché Cosmica luna, questo il titolo, intreccia racconti che bizzarramente avallano le più opposte e contraddittorie ipotesi scientifiche, fuse in un lavoro di palcoscenico che ne evidenziano soprattutto il lato visionario e narrativo ripercorrendo fantasticamente le varie fasi di una evoluzione immaginaria, curiosa e suggestiva: «Se Calvino è tra i nostri autori-feticcio - confessa Giorgio Gallione, direttore artistico dellArchivolto e regista dello spettacolo, prodotto in collaborazione con il comune di Sanremo dove lautore del Barone rampante e del Visconte dimezzato visse gli anni della propria formazione - è perché quando ci siamo costituiti come gruppo erano appena uscite Le lezioni americane e quello che lui vi scrisse a proposito dei valori che occorre assolutamente salvaguardare per raccontare e rapportarsi con il «detto», valgono anche per il teatro e addirittura la danza: leggerezza, rapidità, molteplicità, sintesi, ovvero le caratteristiche che qualsiasi tipo di comunicatore deve salvaguardare e saper gestire. In Cosmica luna lispirazione è rappresentata da tutta lopera di Calvino di taglio scientifico, parascientifico o fantascientifico, e dunque Le cosmicomiche ma anche Palomar, in alcuni momenti Le città invisibili e soprattutto un piccolo libro che si intitola Collezioni di sabbia dove ha raccolto molte teorizzazioni sullarte della scrittura».
In Cosmica luna, così come accadde alcuni anni fa nel Mare in un imbuto, altro spettacolo dellArchivolto tratto anchesso dallopera calviniana, lo scrittore è in scena, ad interrogarsi sull'enigma dello scrivere, in una narrazione che a poco a poco vede entrare in gioco i suoi personaggi che finiscono per interagire con quanto lui sta creando. Il tutto, però, in un rapporto Jekyll-Hyde, perché se pure è Calvino ad innescare il gioco, questo gioco finisce in qualche moto per rivoltarsi contro di lui dal momento che talvolta i personaggi vivono di vita propria diventando più forti del proprio autore e arrivando addirittura a condizionarlo.
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