Antonino Torre
Che la gestione delle politiche ambientali sia una spina nel fianco della giunta Marrazzo non è un mistero per nessuno. A cinque mesi dal suo insediamento, lex conduttore di «Mi manda Raitre» è dovuto più volte ricorrere alle sue doti di mediazioni per evitare che si creassero pericolose lacerazioni allinterno della maggioranza che lo sostiene.
Qualche esempio? Basti pensare allemergenza rifiuti, con le proposte del «margheritino» Mario Di Carlo sulla termovalorizzazione puntualmente bocciate dallassessore verde Angelo Bonelli. Oppure al cosiddetto «codice etico», cioè alla fissazione di regole che dovrebbero impedire alla Regione di avere rapporti culturali o commerciali con i Paesi che non rispettano i diritti umani o che sfruttano il lavoro dei minori. Anche questa grana creata da Bonelli proprio durante la recente missione di una delegazione regionale in Cina. Poi, oltre ai dissapori sulla gestione dellemergenza della Valle del Sacco, si è registrato un altro braccio di ferro polemico per il calendario venatorio.
Ma anche in questo caso non è bastato attribuire la delega sulla caccia allassessore allagricoltura Daniela Valentini, perchè questultima non è riuscita a sottrarsi ai condizionamenti del collega Bonelli. Prova ne sia il fatto che perfino le associazioni venatorie dichiaratamente di sinistra, come lArcicaccia, hanno dovuto alzare la voce. E adesso, lennesima emergenza - quella del virus dei polli - rischia di provocare una divisione insanabile allinterno della sinistra. LArcicaccia, infatti, chiama tutti i suoi iscritti alla mobilitazione contro la Regione Lazio. Come recita un comunicato diffuso ieri, il 25 ottobre i rappresentanti dellassociazione venatoria «si riuniscono per aprire una fase di approfondita riflessione sulle disfunzioni, le negligenze, i ritardi nelle politiche di tutela ambientale e di gestione faunistica della Regione».
«Demagogia e propaganda - sostiene lArcicaccia - rischiano di caratterizzare lazione del governo regionale se si continuerà sulla strada intrapresa. Il virus del fondamentalismo estremista, il perpetuarsi di pratiche antiscientifiche nella gestione faunistica, lassenza di politiche di ripristino ambientale, attente alla prevenzione dei danni che subiscono gli agricoltori da alcune specie in espansione, mina sul nascere ogni possibilità di prospettiva di mettere insieme, attraverso la concertazione, quelle energie indispensabili per passare, nelle campagne laziali, dalle chiacchiere ai fatti».
«Al fine di contrastare questa pericolosa prospettiva che, in continuità con il passato, fa del Lazio il fanalino di coda del nostro Paese in materia di gestione del territorio - continua la nota - lArcicaccia riunisce i suoi dirigenti locali per iniziare un confronto con tutte le forze politiche e le categorie interessate per adottare le iniziative più opportune a sospingere le forze di governo a cambiare rotta, al più presto, nellinteresse di tutti i cittadini».
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