Gian Marco Chiocci
da Roma
È il documento della discordia, quello che ha dato il la allaspra contrapposizione col Governo procurando attriti persino con i massimi vertici del Comando Generale. La relazione stilata dal Cocer carabinieri fa il punto della (drammatica) situazione emersa al termine del burrascoso summit del 14-15-16 novembre a Roma. Le richieste del personale della Benemerita svariano dai tagli economici alla «sindacalizzazione» dellArma, dal riordino dei ruoli alla riforma delle pensioni. Punto per punto, ecco le note dolenti sottolineate dal Consiglio Centrale di Rappresentanza.
Primo capitolo, orrori della Finanziaria 2007: «Lattuale disegno di legge - scrive il Cocer - penalizza pesantemente il personale dellArma che è stato considerato e trattato sotto il profilo economico meno favorevolmente rispetto a qualsiasi dipendente pubblico, tenuto conto delle pesanti ed onerose responsabilità che di contro non coinvolgono questi ultimi. Si sottolinea, inoltre, la minor sensibilità verso i problemi connessi alla sicurezza del Paese che in questa fase vive un momento di grave difficoltà per la recrudescenza di fenomeni criminosi riconducibili al crimine organizzato e al terrorismo internazionale». In particolare le richieste del Cocer-carabinieri puntano da un lato alla «soppressione» dellarticolo 33 che prevede «la riorganizzazione degli uffici periferici del ministero dellInterno secondo criteri che prevedono, tra laltro, circoscrizioni territoriali non inferiori a 200mila abitanti», e dallaltro la «modifica dellarticolo 57». E cioè lerrata «previsione di 1.000 unità complessive per le forze di polizia». Secondo il Cocer «non appare idonea a garantire un adeguato livello di sicurezza al Paese, in quanto i congelamenti saranno decisamente molto superiori rispetto al personale che verrà arruolato: inoltre - prosegue il documento - per la parte attinente alla stabilizzazione del personale a tempo indeterminato, da almeno tre anni, si ritiene che le risorse stanziate siano da incrementare perché insufficienti».
Altra modifica improcrastinabile quella relativa al famigerato articolo 58. Di cosa si tratta? Dei ridicoli aumenti di stipendio per il 2006 (4 euro al mese!), 2007 (25 euro) e 2008 (altri 25 euro) previsti da rinnovo contrattuale. «Le somme stanziate, pari a 304 milioni di euro per il 2007 e 805 per il 2008, sono a dir poco insufficienti. Vanno raddoppiate in quanto non apporterebbero significativi aumenti agli stipendi, atteso anche laumento delle aliquote Ire e le ulteriori gabelle introdotte dallo Stato con la finanziaria 2007. Tale manovra consentirebbe di disporre di risorse finanziarie da distribuire per aumenti stipendiali, degli assegni di funzione e dellindennità pensionabile» nonché «una revisione in positivo del trattamento economico accessorio come previsione di nuovi istituti, quali ad esempio lindennità di turnazione spezzata». In questa finanziaria, infatti, non è stato stanziato il «trattamento accessorio» che permette il regolare, e remunerato, svolgimento del servizio «notturno», «festività», «indennità esterna» e «straordinario» da parte dei carabinieri. Altra modifica urgente sollecitata dallorgano di rappresentanza dellArma riguarda larticolo 187. «Vanno incrementate le risorse destinate al mantenimento e agli investimenti (a fronte di 1.400 milioni di euro richiesti ne sono stati destinati solo 400). I tagli apportati - chiosa il documento - non consentiranno di poter sostituire, ripristinare, manutenzionare mezzi, materiali, sistemi, infrastrutture, equipaggiamenti e scorte!».
Alessandro Rumore, delegato Cocer carabinieri, è lapidario. «Questo governo non ha fatto il punto della situazione sulla sicurezza, visti i tagli già effettuati sarebbe stato efficace verificare lo stato logistico, amministrativo e morale del personale. Logistico perché abbiamo infrastruttore dove sono in corso degli sfratti. Amministrativo perché i carabinieri sono costretti a comprarsi coi loro soldi le divise e la buffetteria (equipaggiamenti vari).
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