L’arte barocca ha trovato casa ad Ariccia

La notizia è ufficiale, di quelle che rendono la città di Roma e la sua provincia orgogliose e fiduciose. All’interno di Palazzo Chigi ad Ariccia nascerà il nuovo museo di arte barocca romana. Dopo il sostanzioso lascito del grande storico dell’arte Maurizio Fagiolo Dell’Arco, infatti, quasi 130 capolavori dell’arte romana del Seicento e del Settecento presto andranno a costituire definitivamente il nucleo di maggior interesse culturale proprio per quanto riguarda l’arte barocca romana. Capolavori che fanno parte della collezione Lemme, nello specifico di Fabrizio Lemme, un avvocato collezionista conosciuto e apprezzato amante della bella arte. Lemme ha deciso di rendere partecipi tutti della possibilità di godere di tanta bellezza, in virtù della sua grande passione per l’arte. L’avvocato infatti è noto per questa sua predilezione alla donazione delle sue opere; già quasi dieci anni fa, infatti, dopo una grande mostra, aveva deciso di donare venti sue opere al museo del Louvre di Parigi, e alcuni dei suoi capolavori fanno anche parte del Museo di Arte Antica di Palazzo Barberini. Questa volta però l’occasione è di maggiore prestigio, intanto per il notevole numero, e poi soprattutto perché, grazie anche a questo lascito si può affermare con certezza che il museo di Ariccia diviene il detentore di un primato, quello cioè di essere lo spazio pubblico con il maggior numero di opere d’arte di uno stesso periodo. Per questo, dunque, la decisione di creare, all’interno della collezione permanente di Palazzo Chigi, un museo che contenga tutti questi gioielli custoditi con amore e dedizione. Come afferma l’avvocato Lemme non ci sono probabilmente nomi altisonanti, celebrità al pari di Caravaggio, ma è anche vero che gli «artisti di contesto», come li chiamano molti storici dell’arte, sono importanti e divengono importanti, soprattutto perché facenti parte di una cerchia di grandi, e perché rendono possibile, a volte, il successo degli altri.

A celebrare questo grande evento una mostra che inaugurerà il prossimo 28 ottobre, che vedrà tutte le opere appena donate collocate in quella che diverrà la loro casa permanente. La donazione, che non ha precedenti per consistenza e coerenza scientifica, verrà sistemate come una quadreria, a ricordare i famosi cabinets d’amateurs.

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