L’arte contemporanea protagonista per un giorno

Un convegno, una mostra sullo scultore Sante Monachesi e una sulle fotografie di Shirin Neshat per celebrare la seconda edizione della «Giornata del contemporaneo»

Sabrina Vedovotto

Un anno fa nessuno avrebbe scommesso sulla prima edizione della Giornata del Contemporaneo. Invece, quasi incredibilmente, la scommessa per ora pare vinta. Oggi, infatti, si celebra la seconda edizione di questa manifestazione che si spera nel prossimo futuro assuma connotati ancora più chiari e precisi. Fortemente voluto dall’Amaci (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani), questo evento ha sviluppi in tutta Italia. Nelle sedi dei maggiori musei nazionali, ma anche nelle gallerie private. L’intento è quello di avvicinare, sempre di più e in maniera incisiva il pubblico all'arte contemporanea, problema da sempre noto in Italia, soprattutto a causa di una mole di arte moderna e antica che sembra osteggiare un possibile incontro. In realtà, a fronte di una conoscenza passiva dell'arte del passato, conosciuta da tutti attraverso gli studi, per il contemporaneo le difficoltà maggiori si riscontrano proprio perché non esiste ancora una didattica soddisfacente e ancora di più perché, abbandonando tout court il concetto di bello estetico nel contemporaneo, il fruitore ha difficoltà di comprensione. Per questo l’idea di questa giornata, una modalità nuova di avvicinare due mondi apparentemente tanto lontani. Luogo principale per quanto riguarda la città di Roma, ovviamente la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Valle Giulia, luogo che si appresta a diventare propulsore della città.
Durante la mattina si svolgerà, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro, un seminario dal titolo «restaurare il contemporaneo: formazione ed esperienza nel museo». Contemporaneamente verranno inaugurate due mostre; nella sala Dossier «Sante Monachesi Perspex e evelpiuma», e nella sala dedicata alla fotografia sarà presentata invece un’opera di Shirin Neshat, per la cura di Ludovico Pratesi. La mostra dedicata a Sante Monachesi prende in esame delle opere, circa trenta, realizzate in polimetilacrilato e gommapiuma, realizzate dall’artista tra il 1959 e il ’69. Uno sguardo su un momento importante di questo artista, grazie al quale si percepisce la sua intenzione di ricerca di nuovi materiali e di sperimentazione delle forme. L’artista infatti realizza delle vere e proprie action sculptures, e come dice Floriano de Santis, plasma il foglio di perspex trasparente e fluorescente, catturando e liberando il vuoto della forma piena che circoscrive. I due materiali utilizzati infatti mai erano stati usati dagli artisti contemporanei fino a quel momento.


Durante l’inaugurazione ai visitatori verranno offerti dei piccoli fogli di gommapiuma e spago, con i quali potranno ricreare una propria scultura nomade, come aveva già realizzato l’artista nel 1978, proprio durante una mostra, tenutasi a Jesolo, dal titolo «Legare e sciogliere».
Informazioni utili: fino al 19 novembre Galleria Nazionale d'Arte Moderna Viale delle Belle Arti, 131.

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