Cronache

L’arte (e il business) del sesso tramandata dalla figlia alla madre

La pornostar spezzina e la mamma in libreria con i racconti ispirati alle loro esperienze

L’arte (e il business) del sesso tramandata dalla figlia alla madre

«L'Isola che non c'è» è bellissima in questa dolcezza d'autunno estivo. Alba Latella ti aspetta lì, sotto il pergolato del suo agriturismo vista golfo della Spezia. Aspetta noi del Giornale, che abbiamo scoperto la loro storia un anno prima che diventasse quasi un genere letterario. Con lei la figlia Cristina, alias Michelle Ferrari, professione pornostar.
Complici, stuzzicano l'ossimoro dell'essere e apparire: agriturismo da gestire e sesso da sdoganare nelle sue sperimentazioni più hard. Come? Va bene declinare il kamasutra nei film, più provocante metterci la faccia e raccontarlo con cognizione di causa. Nero su bianco, l'hanno buttato sulla carta quel libero arbitrio condito di particolari piccanti serviti come biscotti col te. Naturalmente naturali: due vite, due generazioni, e una svolta, che arriva con due libri pubblicati da Mondadori. Michelle, 23 anni, firma «Volevo essere Moana» e Alba mette il sigillo su «Ho trovato il punto G nel cuore». Ogni riferimento è assolutamente reale, Michelle fa il Virgilio di Dante, racconta le sue prime esperienze sessuali, le domande, le sperimentazioni, con tanto di vocabolario aggiunto e filosofia d'approccio. Mentre Alba, 53 anni ben mostrati, alla faccia dei sensazionalismi, ti snocciola dettagli e amplessi di una consumata frequentazioni da club.
Operazione mica male, ad allargare un buco della serratura, che, da «La chiave» in poi, sdogana un voyeurismo «accolto» nelle forme d'espressione più o meno colte. Ma il punto, che non è quello G, è sempre lo stesso: «Il sesso è il grande tabù dell'Italia - predica Alba - Dobbiamo liberarci dai sensi di colpa». Perché il resto non è noia: «Io forse sono più scandalosa di mia figlia» è la sciarada (e te le vedi le nuove mamme, il grembiule tirato sugli addominali palestrati, annuire da inquisizione). Poi sfoglia il libro, «è una riflessione sulla vita e la sessualità. Questa modalità trasgressiva è molto praticata, e quasi nessuno lo ammette. C'è stato un cambiamento del costume e io l'ho vissuto prima della scelta di mia figlia».
Scrive il libro in un momento di depressione, l'ha appena mollata l'uomo con cui stava da sei anni. Spunti autobiografici, molti, e fantasia. «Non sono una pessimista e comincio a scrivere, arte terapeutica». Risultato: scene da un matrimonio erotico-alternativo, fermo immagine sui due officianti nell'atto di pronunciare la formula, ambientazione privè, abiti succinti, armamentario da sexy shop ed erotismo hard. Con la protagonista che ricostruisce il vissuto precedente: l'abbandono di Davide e il passaggio ad esperienze sessuali diverse cui l'ex l'aveva già iniziata. Trasgressione in nuce a crescere, «il buon sesso è terapeutico e antidepressivo», poi l'incontro con un altro uomo e la scoperta che «è stato bull (toro) per marito cuck (cornuto)». Quindi la decisione di sposarsi e l'allestimento da dark room-teatro di posa per una trasgressione ormai omologata.
Rigalleggia il personaggio della figlia che partorisce una bimba che chiamerà provocatoriamente Eva, «un inno alla femminilità» insiste Alba. Di tutto un po', in questa discesa libera di sesso a go-go dove tu sei la sfigata che s'è persa qualcosa. Libertà! Da non confondersi con la Comune di sessantottina memoria, che «l'alternativa valida alla coppia oggi è il clan. Come nel libro, due coppie, magari di scambisti, che dividono la stessa casa anche per motivi economici». Michelle ci va più liscia, il suo libro l'ha scritto su input di Maurizio Costanzo che qualche anno fa l'aveva ospitato al talk show. Un progetto abbozzato, mollato lì e ripreso con i contatti giusti: «Un libro semplice dove c'è la mia storia, i primi scambi, i filmini bendata, i film veri, e un dizionario in cui definisco amore, amicizia, cazzo. Ci sono i sette peccati capitali letti in chiave sessuale-ironica. C'è la filosofia di Michelle, che è quella di Moana: ossia l'approccio dell'uomo in un rapporto sessuale, preliminari attenti, lunghi e nessuna fretta di arrivare all'atto».
Nessun atteggiamento polemico: «solo lo spirito con cui avvicinarsi al sesso. I molti che mi hanno attaccata sono rimasti spiazzati dalla mia naturalezza. Il peccato per me non esiste e mi sto solo godendo la vita». Col placet della mamma che ci riflette nel suo libro. Michelle, faccia pulita da ragazza di provincia: «Sono single da tre mesi, sono gelosa affettivamente, ma se il mio compagno va con un'altra davanti a me, mi fa piacere. Molti si lamentano della gelosia del partner, ma se tu li lasci liberi si spaventano, perché non sanno gestire questa libertà».
Sei film all'attivo; l'ultimo, «Luna's angels», piuttosto meccanico, con pose fisse di oltre un'ora per dieci minuti di film. A breve ne girerò uno a Napoli, e a novembre, tra Budapest e Praga sarò la protagonista di «Angelà». Alba e Cristina-Michelle giocano in squadra e fanno discutere. E si divertono, che ogni tanto «all'Isola arrivano per sapere qualcosa di più, non sanno come chiederlo, s'imbarazzano. Vorremmo che fosse chiaro una volta per tutte: l'agriturismo non è un bordello».

Che il convento passa solo film e libri.

«Volevo essere Moana» di Michelle Ferrari , Ed Mondadori, 200 pag, 10 euro
«Ho trovato il punto G nel cuore» di Alba Latella, Ed Mondadori, 219 pag, 10 euro

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