Inter-Barcellona, una notte meravigliosa di football

Come nei migliori film, pioggia come le lacrime del popolo interista al gol storico di Frattesi, l’uomo della svolta, il ragazzo che porta i campioni d’Italia a Monaco di Baviera

Inter-Barcellona, una notte meravigliosa di football
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Inter, Inter,Inter,Inter, quattro volte, quattro gol a battere il Barcellona e andare in finale. Notte meravigliosa di football, di imprevisti, di passione, di artisti fenomenali come Lamine Yamal, pallone d’oro per i prossimi venti anni e di un portiere, lo svizzero Sommer assoluto protagonista di quattro salvataggi strepitosi.

Due ore di calcio, stesso risultato dell’andata nei novanta minuti, sei gol ma, stavolta, i supplementari, con il premio finale di Frattesi. Due tempi diversi, nel primo, calcio all’italiana dell’Inter contro i narcisi del Barcellona, due gol di vantaggio in faccia al possesso palla dei catalani, forza e astuzia degli italiani, pronti, lucidi e reattivi nel contropiede che ha steso la presunzione tattica di Flick.

Ottimo il disegno di Inzaghi, l’Inter ha creato continuamente apprensione sugli esterni avversari con la corsa di Dumfries e le combinazioni di Di Marco che ha dovuto fare i conti con il funambolo Yamal ma ha saputo essere prezioso per l’interdizione e l’assist decisivo ai compagni. Il primo gol è stato il riassunto di come si dovrebbe giocare a football là dove l’avversario tiene la linea difensiva alta ma con uomini inesperti e acerbi, una zona nella quale per Dumfries e Lautaro è stato uno schema da allenamento, senza avversario, andare al gol.

Il raddoppio, su rigore di Calhanoglu, è arrivato allo stesso modo con un pallone lungo per il campione del mondo che è stato atterrato da Cubarsi, il Var ha smentito l’arbitro Marciniak, il 2 a 0 ha chiuso la prima frazione, riempiendo di vitamine il gruppo interista e mandando sul lettino dello psicanalista il Barcellona. Tre quarti d’ora durante i quali la squadra spagnola ha mostrato l’eccellente qualità tecnica, Yamal su tutti e prima di tutti, per poi perdersi in azioni elaborate a ritmi non proprio esaltanti così che Pedri, il migliore, non ha avuto il supporto di Olmo e De Jong mentre Rafinha e Ferran Torres non hanno offerto immagini forti anche per la compattezza della difesa nerazzurra.

Bastoni, come sempre, il migliore e con lui Acerbi, sono cresciuti Barella e Calhanoglu dopo un avvio incerto approfittando della flessione dei rivali di mezzo al campo. Ma il calcio è un film bellissimo che non ha mai una fine, la ripresa ha ribaltato le certezze, è scomparsa dal campo l’Inter e il Barcellona ha preso in mano il gioco, due gol magnifici di Garcia e Olmo hanno pareggiato il conto, è uscito Lautaro, prima di lui Di Marco, dunque gli uomini decisivi del vantaggio, Yamal ha proseguito il suo show di prestigio tecnico, i nerazzurri sono entrati in crisi e sono stati salvati due volte da un eccezionale Sommer, Inzaghi ha capito di dover rinfrescare la squadra che perdeva qualunque ripartenza, Zelinski e Frattesi per Mikitarian e Calhanoglu, momento di studio di entrambe le semifinaliste, pensando ai supplementari e temendo un errore decisivo che è arrivato a castigare l’Inter con il gol di Raphinha a due minuti dai 90 regolamentari e, come detto, l’imprevisto e imprevedibile lo ha firmato Acerbi, l’eroe trentasettenne che non si arrende mai e di nuovo 3 a 3 come in Spagna.



Poi, come nei migliori film, pioggia come le lacrime del popolo interista al gol storico di Frattesi, l’uomo della svolta, il ragazzo che porta i campioni d’Italia a Monaco di Baviera. Per Simone Inzaghi è la seconda finale, quasi sicuramente contro il Paris Saint Germain di Donnarumma. C’è l’Italia in champions. Ma c’è ancora uno scudetto da difendere e il Napoli da sfidare fino all’ultimo secondo.

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