Nella «Madonna con il Bambino» del 1796, proveniente da Mosca, i visi delle due figure e la mano benedicente di Gesù sono dipinti a tempera su tavola, mentre vesti, aureole e cornice sono in argento sbalzato e cesellato: un esempio dello splendore artistico delle icone di proprietà del Museo Gaffoglio di Rapallo, databili tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XX, esposte alla mostra «Icone. Una finestra sul mondo divino», curata dalla direttrice Piera Rum.
Nonostante il grande interesse manifestato negli ultimi decenni da amatori e collezionisti per questo genere di immagini sacre, restano poche le raccolte di icone nelle collezioni pubbliche italiane. E sembra più unica che rara in Liguria quella del Museo Gaffoglio. Toccanti immagini di Dio, della Madonna e dei santi ci riportano alle radici della nostra cultura religiosa: le icone costituivano infatti l'intera arte sacra cristiana prima del 1054, anno dello scisma da Roma della Chiesa orientale di Costantinopoli. Mentre in Occidente prevalsero in seguito nuove forme espressive, la tradizione delle icone, esposte nelle chiese e nelle case, continuò nel cristianesimo ortodosso ed è viva tuttora in Grecia, Serbia, Bulgaria, Romania, Russia.
Tecniche e materiali spaziavano dalle tempere agli affreschi e ai mosaici, dalle lastre di vetro ai metalli lavorati a sbalzo e al bronzo fuso, per un'icona intesa non come opera d'arte ma come oggetto di venerazione. L'autore - spesso un monaco - per aprire una finestra sul mondo trascendente doveva illustrare il contenuto delle scritture attenendosi a precisi archetipi e ai significati simbolici attribuiti alle lettere dell'alfabeto, alle posture, ai gesti, ai colori (il blu ad esempio rappresentava la trascendenza, il rosso il sangue dei martiri, il bianco la luce divina).
Tra le 21 icone del Museo Gaffoglio spiccano la preziosa «Croce» bizantina della prima metà dell'Ottocento in bronzo fuso e cesellato con decorazioni in smalto blu, il trittico chiudibile «Deesis», piccola tempera su tavola e tipica icona ottocentesca da viaggio, e la «Vergine del Roveto ardente», tempera e foglia d'oro su legno di fine Settecento. Sono inoltre esposti 6 pezzi provenienti da una collezione privata di opere dei Vecchi Credenti russi: ne fa parte la settecentesca tempera su tavola «San Giorgio uccide il drago con sedici scene della sua vita». Accompagna la mostra il terzo volume della collana dedicata alle raccolte del Museo Gaffoglio, «La collezione delle icone», Skira editrice.
«Icone.
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