L’asilo Pronti a ospitarlo Ciad, Zimbabwe e Nicaragua

Isolato dall’Occidente ma con tanti amici nel resto del mondo. Per Muammar Gheddafi è scattato il toto-esilio e quasi tutti i partecipanti alla conferenza di Londra hanno auspicato un’uscita di scena del Colonnello in qualche modo concordata. L’ipotesi, per motivi opposti, piace poco al raìs e agli insorti. Comunque Gheddafi ha ancora tanti amici: in Africa ma anche in Sud e Centro America sono diversi i leader che si sono mostrati solidali con la battaglia del Colonnello e hanno criticato duramente l’intervento militare in Libia. Lo Zimbabwe di Robert Mugabe sarebbe già pronto ad accogliere il rais, come forse anche l’Uganda di Yoweri Museveni, che nel 1986 fu aiutato dal Colonnello a prendere il potere e che recentemente ha un po’ raffreddato i rapporti col vecchio amico. Altre mete africane possibili sono Ciad e Sudan, da cui proverrebbero molti dei mercenari arruolati dal raìs per la contro-rivoluzione.

Dall’altra parte dell’Oceano, ci sono il sandinista Daniel Ortega, presidente del Nicaragua e il bolivariano Hugo Chavez, presidente del Venezuela. In Europa, infine, Gheddafi può contare sull’amicizia di Alexandr Lukashenko, eterno leader della Bielorussia postsovietica.

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