L’asse Alemanno-Di Pietro contro «Sprecopoli» spiazza la maggioranza

I due «avversari» hanno preparato una proposta di legge comune. Scetticismo in An sull’intesa: «Il ministro fa il furbacchione». Pedica (Idv): «Mai con Berlusconi»

da Roma

L’asse, inedito, è quello che va saldandosi ormai da qualche settimana tra Gianni Alemanno e Antonio Di Pietro. Una convergenza, quella tra il colonnello di An e il leader dell’Italia dei valori, nata all’ombra della crociata contro gli sprechi e che sarà suggellata nei prossimi giorni da una proposta di legge per tagliare i costi della politica scritta dai due a quattro mani e firmata da un centinaio di deputati di maggioranza e opposizione. Con buona pace di chi nel centrosinistra teme il movimentismo del ministro delle Infrastrutture e di chi in An guarda con un certo scetticismo all’inedita accoppiata. Da una parte il verde e sottosegretario all’Economia Paolo Cento, che non esita a definire Di Pietro uno «spregiudicato» che «è capace di tutto», dai «giochi con i centristi» fino a «ipotesi di governo istituzionale». Dall’altra il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa, convinto che il leader dell’Italia dei valori sia «un furbacchione» che «sta alzando il prezzo dentro il governo».
La liaison, in verità, risale allo scorso luglio. Quando a un convegno sulla crisi della politica organizzato proprio dalla fondazione di Alemanno «Circoli Nuova Italia», i due hanno trovato un’iniziale convergenza. Tanto che già prima della pausa estiva Antonio Buonfiglio per An e Silvana Mura per l’Idv (di cui è anche tesoriere) si sono messi a lavorare su un’eventuale proposta di legge comune da presentare alla Camera. Con buoni risultati se Alemanno è arrivato a ipotizzare la costituzione di un intergruppo parlamentare per «ottenere una corsia preferenziale e giungere al via libera in tempi brevi». Eventualità che almeno per il momento lascia La Russa abbastanza freddo: «Calma, calma. Non c’è nulla di deciso».
Tra i due, però, l’intesa sembra solida, tanto che non è riuscito a incrinare l’asse nemmeno l’incidente di percorso di qualche giorno fa. Quando il presidente dei deputati dipietristi Massimo Donadi ha pubblicamente accusato Alemanno e il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì di aver «utilizzato un gommone della Guardia Costiera di Favignana per andare in gita all’isola di Marettimo con propri congiunti, tutti a bordo del mezzo di Stato senza giustificazione alcuna» e solo «per fare un’immersione». Un’uscita che a Donadi è valsa una sfuriata di Di Pietro e la decisa smentita dei due interessati. A cui il capogruppo dell’Idv ha preferito non replicare.
Insomma, l’iniziativa bipartisan va avanti, nonostante a via della Scrofa ci sia più di un malumore. E il suggello dovrebbe arrivare già sabato, durante la tre giorni di Orvieto dei «Circoli Nuova Italia» di Alemanno. Alle 18, infatti, Di Pietro parteciperà insieme a Giovanni Guzzetta, l’azzurra Jole Santelli e il ds Ugo Sposetti al dibattito «Contro tutte le caste: partecipazione contro tecnocrazia per rinnovare politica e società civile».
Nel quartier generale dell’Italia dei Valori, però, nessuno si stupisce e qualunque ipotesi di trasformismo viene rispedita al mittente. Perché, spiega il capo della segreteria politica dell’Idv Stefano Pedica, «fare dietrologia è assolutamente fuori luogo». D’altra parte, «non è una novità il fatto che il nostro partito intraprenda iniziative bipartisan». Non a caso, Pedica ricorda come alle ultime amministrative l’Idv si sia presentata «con il centrosinistra più o meno nel 60 per cento dei casi» e «con il centrodestra nel restante 40». E Pedica, che oltre ad essere deputato è pure il coordinatore del Lazio, cita i casi di Latina, Civitavecchia e Ladispoli dove il partito di Di Pietro ha corso con la Cdl. «Nella prima - spiega - abbiamo perso per tremila voti, ma nelle altre due governiamo insieme».

Questo, però, significa solo che «le nostre scelte sono ragionate e non a scatola chiusa». E sulla possibilità che l’Idv possa scavallare nel centrodestra, Pedica è categorico: «Finché c’è Berlusconi non andremo da nessuna parte».

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